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Ancora in Viaggio (madrigale, Con garbo) -10a tappa

Questa nostra carrozza raggiunge la Superba dall’aspetto grandioso e imponente, ma anche città orgogliosa e altera protesa verso il mare.
Viaggiano con me in poltrone di varia foggia le ombre di Nicola e Paola, quelle di Marco, Anna R. e Alfonso, e di Luca, la sagoma nitida di Adriano. Mirella e Anna C.
Continuano a piacermi le ombre senza il fardello dei dettagli. E le qualità dei dettagli. Ma preferisco di gran lunga la presenza.
Ci soffermeremo al civico 2 di Piazza Campetto, il Palazzo del Melograno; si narra che più di 400 anni fa un seme di melograno si posò tra il balcone del primo piano e il frontone del portone d’ingresso del palazzo. Qui trovò le condizioni per crescere, diventando un albero che fiorisce ancora oggi. La leggenda vuole che finché il melograno fiorirà, la città potrà prosperare… quando l’albero morirà, la stessa sorte toccherà alla Superba.


Ho scelto per te il Madrigale, un componimento prevalentemente amoroso (esteso ad argomenti moraleggianti) in versi endecasillabi, a volte mescolati con settenari, che presenta una struttura con una serie di terzine (da due a cinque in rima perlopiù incatenata), chiusa da un distico in rima baciata.
Nel mentre scriverò…


Ora che tutto il baccano se ne
è andato, osservo
siffatto silenzio che,


arrivando da tergo,
non fa mai il medesimo rumore.
Disegno le risa, e le conservo


d’un bimbo e suo padre sul cuore.
Dinanzi casa, distico d’amore.


Allora Maria Angela, prenderai posto accanto a me?
L’ispettore del racconto giallo, col curapipe e il suo pigino nella tasca del paltò, appunta sul taccuino: Francesco Petrarca, Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)


Nova angeletta sovra l’ale accorta
scese dal cielo in su la fresca riva,
là ’nd’io passava sol per mio destino.


Poi che senza compagna et senza scorta
mi vide, un laccio che di seta ordiva
tese fra l’erba, ond’è verde il camino.


Allor fui preso; et non mi spiacque poi,
sí dolce lume uscia degli occhi suoi.


Corre l’anno 2022, invito a salire in carrozza per Carosia Maria Angela.
Dite con me, amici: <Ispettore, quel D. Mastro è innocente. Gli lasci proseguire il viaggio…>.
A cassetta mi sta seduto accanto un album di ricordi con le fotografie di chi è stato con me nel precedente viaggio da sfogliare con quello stupore nel guardare al lavoro el cadreghée, il riparatore di sedie impagliate… in Friuli sedonars. E lo scrivo dietro alla foto di Mary L .
Girava per le strade in bicicletta portando con sé, in un sacco, gli attrezzi del mestiere; si fermava su richiesta e si dedicava alla riparazione delle sedie usurate o rotte.
Capita di trovarne qualcuno ancora oggi, seduto tutto solo su uno sgabello, intento ad intrecciare paglia all’angolo di un portone. O con martello e chiodi, una sega o la maestria della pialla. Un poco di dolcezza non guasta.
Ah, se tornassero i brumisti…




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Racconto scritto il 26/02/2022 - 14:21
Da Mirko D. Mastro
Letta n.359 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Grazie per avermi menzionata
Che il viaggio continui

Mary L 26/02/2022 - 17:23

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Baccano..una parola che sempre mi è piaciuta...bello leggerti facendo solleticare l'anima con la dolcezza con cui scrivi!!!

Anna Cenni 26/02/2022 - 17:20

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Il viaggio continua ... ed è un piacere leggerti.

Maria Luisa Bandiera 26/02/2022 - 14:39

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