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Reprobi Angelus 6.12

Capitulum sextum


La seconda stanza- L’occhio dell’avido è profondo come l’inferno


Come vi dicevo c’è sempre dell’altro, che ora sono pronto a svelarvi.
Mentre a Varsavia le campane scandivano le sei e la chiesa di Sant’Anna si raccoglieva per i vespri della sera, nella Northumbria inglese, già Scozia di là dal fiume Aln, era l’ora del tè.
In quel pomeriggio tranquillo la città, presto avvolta nel buio, pareva si fosse infilata a letto. Sarebbe bastato alzarsi e sporgersi dalla finestra per sapere che quello era uno degli ultimi giorni di libertà e, in un qualche modo, di vita. Continuava a far freddo.
Il Nahum si svegliò dal suo riposino per lo squillare del telefono… guardò l’ora…
-Ciao Joanne…-.
‘Buonasera Christopher, mi aspettavo di sentirti. Ho l’acqua per il tè sul fuoco. Quando arrivi, accomodati. Troverai sul tavolo del miele di acacia, e un manoscritto’.
-Hai ricominciato a scrivere… Perché non mi hai detto che non ti avrei trovata nel solito grande palazzo fuori Edimburgo?-.
‘Forse non volevo essere trovata…”. -Ma, dove…-.
‘Vieni al 9 e 3/4 di High Street, Hogsmeade. Fai presto, il tè si fredda e cominciano a scomparire fili di candele incantate appese sugli alberi. Le vacanze stanno per finire, e potrei decidere di far riprendere l’anno scolastico a Hogwarts’.
Hogsmeade è un pittoresco paesino di piccoli cottage e negozi vicino alla stazione di King Cross, meta degli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts dal terzo anno in poi autorizzati a gite nel fine settimana.
Il tòc del battacchio -Mia cara, gli anni per te sembrano non passare…-.
‘Christopher… non serve adularmi, so bene cosa ti porta qui. Per ora non ho ancora pensato a come far riapparire il signor Potter, e se far sì che per lui gli anni non siano passati…’.
-Come vuoi, non ti ho mai messo fretta. Vedo che hai appeso nel salotto la Stella del Mattino e il suo Amon o Nahum come lo si voglia chiamare, scelta curiosa trovo-. Joanne si irrigidì.
<<Acuto l’agente letterario… Il Principe dei demoni andrebbe meglio, colui che conosce il passato e il futuro. A me personalmente basterebbe non avere le mie due zampe di lupo così intorpidite, per sentire che questo è il primo giorno di libertà. E di vita, se riuscissi con la coda di serpente a grattarmi la testa da civetta>>. Joanne sembrò rimproverare il dipinto con una smorfia, e con disinvoltura versò il tè. ‘E ora immagino parleremo dell’altro motivo che ti ha portato qui… Sì, l’ho letto. Il suo piccolissimo studio mi ha ricordato l’appartamento in cui vivevo mentre stavo finendo di scrivere il primo volume. Lo cercherai?’. -Chi, Harry Potter? Ahahaha>.
‘Ti prego, Christopher… l’autore de Il Tomo. Ricorda che all’inizio il mio manoscritto fu rifiutato. Non essere precipitoso, non illuderlo’.
Guardando al polso il suo Roger Smith -Non preoccuparti per lui. Ho un volo per Varsavia tra meno di un’ora-.


La Volga nera a noleggio percorreva la statale poco trafficata. Alla guida sotto un cielo plumbeo, un uomo. All’estremità del braccio fuori dal finestrino l’orologio da polso in stile inglese pareva scandire il tempo al Palazzo sull’Acqua. Intorno al chilometro 13 rallentò bruscamente. Lungo il corso d’acqua Christopher avrebbe giurato di aver visto qualcosa. La strada era ad appena due corsie, così mise gli indicatori di posizione e si incamminò. Sulla sponda c’era un cigno nero agonizzante con un’ala recisa. Lo guardava. Christopher non riusciva a distogliere lo sguardo.
Aveva i brividi. Pensò che proprio lì in Reprobi Angelus il povero Edgar aveva incontrato il fantasma di Adamantina, e nel quinto capitolo Samaèl a Benedetta appariva come un cigno ferito.
Trasalì. Le fronde dei salici piangenti ora sembravano urlare VERITAS… , fitte come la notte.
IN PICTA VERITAS… , impenetrabili come pareti. Il cigno prese le sembianze di un dipinto.
Roteava come impazzito. -Pietate… Angelus, propinquus es!? ...mio Dio, ma che ho detto?-.
Quando si fermò, Christopher con la testa ancora tra le braccia riuscì a vedere il ritratto del Portatore della luce, la Stella del mattino; e udì una voce impastata, come catrame <Reprobi angelus non est hic! Samaèl non verrà… Da secoli non dipingo ciò che vedo, ma ciò che ho visto. Da quel cottage di Hogsmeade hai portato con te fin qui tutta la tua avidità. Mi ha sempre divertito rappresentare degli esseri che respirano, sentono, amano e soffrono. E cadono come tessere di un domino>.


Sul sedile della Volga nera il tempo era scandito da piccoli ingranaggi.
(in tomo avaritiae)




-i riferimenti al mondo di Harry Potter sono liberamente tratti dalla biografia della sua autrice J.K. Rowling e a Christopher Little, l’agente letterario a cui si deve la scoperta della scrittrice.


Alcune delle parole pronunciate da Lucifero sono ispirate a una citazione di Edvard Munch




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Racconto scritto il 29/04/2022 - 19:59
Da Mirko D. Mastro
Letta n.338 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Anna e Marina siete sempre splendide e presenti, grazie.
Paola, ti ringrazio di cuore.

Mirko D. Mastro 01/05/2022 - 05:16

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Stupendo davvero, è il primo tuo racconto che leggo.
Una scrittura incisiva, alcuni passi li ho particolarmente apprezzati, ottima scrittura!

PAOLA SALZANO 30/04/2022 - 12:45

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Splendido, sei un narratore eccezionale... i miei più sentiti complimenti, Mirko

Marina Assanti 30/04/2022 - 00:11

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Bella la città infilata a letto e la fine dal...cadono come tessere... belli questi racconti lugubri dalla dolcezza infinita con frasi buttate con delicatezza in punti precisi per loro!! Bravissimo!!

Anna Cenni 29/04/2022 - 20:53

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