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Quell'estate del...


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L'estate della maturità (riproposto 2.0)

Finalmente si erano conclusi gli esami di maturità. Avevo gettato al vento libri ed ansie e mi apprestato a vivere un’estate all’insegna della spensieratezza.
La quinta A stava per sciogliersi, dopo anni di amicizie, scontri, simpatie ed antipatie, come accade per qualsiasi classe che si rispetti e ognuno di noi portava già nel cuore desideri ed ambizioni, volando con la fantasia verso un futuro che immaginavamo roseo e carico di aspettative. Era arrivato però il momento di concedersi una pausa rigenerante; ancora oggi a distanza di anni, ricordo il periodo dell’esame di Stato come uno dei più impegnativi della mia vita.
E’ ancora nitido nella mente quel mese di giugno, torrido come non mai, oppure torrida era la mia testa che sembrava sul punto di scoppiare; terminati gli orali, uscii dal portone dell’istituto come un carcerato dopo la sentenza di assoluzione, felice e con una voglia matta di leggerezza. Già pregustavo l’avvicinarsi di agosto, quando sarei partita per una vacanza programmata tempo prima; i miei genitori avevano preso in affitto per tutto il mese una casa in Salento, dove trascorreva l’estate la mia migliore amica nonché compagna di banco, Fernanda.
Trascorsi settimane a fare shopping per poter infilare in valigia i costumi più colorati, i vestiti più alla moda, i cappelli di paglia e il maquillage estivo rigorosamente abbinati. Il giorno della partenza mi sentivo emozionata, non vedevo l’ora di rilassarmi e non pensare a niente.
Arrivati sul posto e dopo aver preso possesso di una graziosa casetta con giardino, corsi subito da Fernanda, che mi aspettava con ansia. “Vedrai Laura, quest’estate ci divertiremo un mondo. Più tardi ti presento i miei amici, sono troppo simpatici. Ti piaceranno!”, mi disse.
Infatti il gruppo di Fernanda si rivelò una compagnia piacevole e stimolante, insieme trascorrevamo le mattinate in spiaggia tra bagni di mare, sole e gavettoni sul bagnasciuga, improvvisando noi ragazze passerelle sul bar dello stabilimento balneare, mentre i ragazzi tramavano appostamenti strategici in cerca di avventure.
Le serate volavano tra una puntata nei pub della zona e balli in discoteca, mentre i nostri genitori storcevano il naso, lamentandosi di come fossimo sempre in giro. A noi poco importava, sentivamo di dover cogliere quella stagione della nostra vita, fatta di momenti spensierati, sorrisi sinceri e slanci che solo i diciott’anni sanno regalare. Quel mese di agosto però aveva in serbo per me anche qualcos’altro.
Dopo alcuni giorni dal mio arrivo, tra la folla dei bagnanti e le file degli ombrelloni, vidi comparire infatti due stupendi occhi verdi che risaltavano su una pelle abbronzata. Il proprietario di quello sguardo magnetico scendeva solitamente in spiaggia a mattina inoltrata, con un atteggiamento sicuro di sé e un sorriso da seduttore; non faceva parte del mio giro di amicizie, ma seppi poi che si chiamava Marco ed era uno studente universitario.
Me ne innamorai all’istante, fu un vero colpo di fulmine, anche se osavo guardarlo solo da lontano, un po’ per timidezza, ma soprattutto perché girava circondato da uno stuolo di ragazze magre e slanciate che gli stavano appiccicate dalla mattina alla sera. Divenne un pensiero fisso, mi piaceva troppo, con quel suo fisico da sportivo e quel modo di fare cordiale e simpatico.
Carezzavo l’illusione di poterlo conoscere, di diventargli amica e chissà quali altri sogni, che restarono tali per quasi tutto il mese; non ci furono occasioni di conoscerlo, nonostante Fernanda si proponesse di fare da intermediaria, immaginando ogni sorta di stratagemma per riuscire a fare amicizia con lui. Io però le vietai qualunque tipo di iniziativa, il mio orgoglio e la mia timidezza mi impedivano di pensare ad un’evenienza del genere!
Così le settimane passarono e agosto stava per terminare. Alcuni ombrelloni si chiusero e all’orizzonte i primi temporali iniziarono a rinfrescare la pesante aria estiva; anche lo stuolo di ragazzine smaniose accanto a Marco prese a sfoltirsi e fu a quel punto che accadde l’impensabile.
Una mattina vidi uno dei nostri amici chiacchierare proprio con lui e in un batter d’occhio me lo ritrovai sotto l’ombrellone, nell’atto di tendermi la mano per presentarsi. Avvertii il mio cuore battere così tanto che ebbi paura di svenire, mentre le parole si bloccavano in gola, con la salivazione a zero.
“Laura…mi chiamo Laura”, riuscii solamente a balbettare, maledicendo la mia emotività che veniva a farmi visita nei momenti meno opportuni. Fu proprio lui a salvarmi; Marco mi guardò dritto negli occhi sorridendo, mentre la mia mano tremante era in quella di lui, forte ed accogliente.
Da quel momento diventammo inseparabili e trascorremmo ogni minuto insieme di quei pochi giorni che restavano della vacanza. Parlavamo distesi sui nostri asciugamani per un tempo infinito, guardandoci negli occhi e fingendo di sfiorarci per sbaglio, mentre dal jukebox dello stabilimento le note dei tormentoni estivi e delle canzoni di Claudio Baglioni fungevano da colonna sonora di quel flirt che andava alimentandosi di ora in ora.
Ci baciammo la prima volta su una panchina del lungomare, di sera sotto la luce soffusa di un lampione. Le sue labbra avevano il sapore dei ghiaccioli all’arancia che gustavamo al chiosco della spiaggia e il suo abbraccio la dolcezza del primo amore. A fine mese Fernanda mi propose di restare a casa sua anche la prima settimana di settembre. Non me lo feci ripetere due volte, così chiesi ai miei genitori se potevo approfittare della sua ospitalità e loro acconsentirono, con mia profonda gioia.
Anche Marco rimase quella settimana; la vivemmo con l’intensità di un sentimento che trasformò la percezione del tempo e con l’impellenza che solo gli adolescenti e gli amori appena nati hanno la fortuna di conoscere. Volò in un batter d’ali. Promettemmo di telefonarci al più presto… mi chiamerai, ti chiamerò, mi mancherai, verrai a trovarmi, ti aspetterò.
In realtà non lo rividi più, fu solo un amore estivo che brucia ancora nei ricordi.
Quell’estate della maturità fu un’estate indimenticabile: aveva gli occhi verdi e la pelle ambrata. E i suoi baci il sapore dei ghiaccioli all’arancia.



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Scrittura creativa scritta il 17/06/2023 - 16:17
Da PAOLA SALZANO
Letta n.274 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Grazie Mary e Tonino per la lettura e l'apprezzamento.
Buona giornata

PAOLA SALZANO 19/06/2023 - 07:34

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Racconto bello e intenso con i suoi ricordi

Mary L 18/06/2023 - 22:36

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Ricordi e saporo indimenticabili Tonino

FADDA TONINO 18/06/2023 - 19:22

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Ciao Maria Luisa e grazie mille per la tua bella recensione

PAOLA SALZANO 18/06/2023 - 18:04

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Generalmente gli amori estivi sono proprio così, arrivano inaspettati e altrettanto velocemente svaniscono col finire della stagione. Ne rimangono i bei ricordi che ci accompagnano lungo il percorso della vita.
Un racconto bello e scorrevole, brava!

Maria Luisa Bandiera 18/06/2023 - 10:03

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