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MITTENTE: Giuda Iscariota

Mittente: Giuda Iscariota
Sono passati quasi 2000 anni ma ogni anno, ed in particolare in questi giorni, la mia storia viene di nuovo letta, ed anche rappresentata a milioni di bambini, donne ed uomini in tutto il mondo che mi riconosce come “il traditore”.
Fui un seguace di Gesù il Nazareno, mi aveva conquistato con la sua predicazione. In lui vedevo il Messia che il nostro popolo per tanti anni aveva atteso. Il Messia che era venuto per liberarci dall’oppressione degli invasori, il Messia che avrebbe ricostruito e fatto grande il regno di Israele. Seguendolo mi accorsi però che mi stavo sbagliando, che le mie erano solo illusioni. Era tuttalpiù un profeta, che conosceva bene le scritture, che aveva poteri straordinari ma che predicava l’amore, “ama il prossimo tuo come te stesso”, diceva di non rispondere all’offesa con l’offesa ma con il perdono ed infine quando già avevo cominciato a capire che non sarebbe stato lui il nostro salvatore, confermò le mie impressioni quando disse che il suo regno non era di questo mondo. Mi sentii tradito, sentii tradite tutte le speranze che in lui avevo riposto.
Si ! Lo vendetti a coloro che di lui se ne volevano disfare, a me ed al nostro popolo non sarebbe servito, peggio, stava spargendo come un seme la sua buona novella che non faceva altro che rammollire i veri combattenti ed oppositori dell’usurpatore.
Eppure, quando quella notte, al monte degli Ulivi, al di là del torrente Cedron, nel podere chiamato Getsemani, dopo aver ben concordato tempi e modi perché potessi indicare ai sacerdoti ed agli anziani come riconoscerlo, gli andai incontro, lo baciai, egli si rivolse a me e mi chiamò “Amico”. Avevo capito bene ? Mi aveva chiamato “amico” ! Ma come lo avevo tradito, lo avevo consegnato ai suoi aguzzini e lui mi chiamava amico ?
Fuggii via, ritornai al tempio e scaraventai il denaro che avevo ricevuto. Il denaro non mi era mai interessato, lo avrei dato come sempre ai miei compagni per sostenere la nostra lotta. Maledii quelle vipere, quei sepolcri imbiancati che mi avevano indotto a tradire Gesù. Uscii correndo e gettando a terra bracieri e i banchi dei cambiamonete e le seggiole dei venditori. Vagai per le strade della città semi deserte, anche le osterie erano chiuse, avrei voluto annegare nel vino e con qualche donna la mia disperazione. Bussai alle porte dei miei compagni. Nessuno rispose, eh già, erano andati tutti al Getsemani per non perdersi lo spettacolo, il mio spettacolo. Ed ora probabilmente stavano seguendo le guardie per vedere dove lo avrebbero portato e cosa gli avrebbero fatto.
Mi ritornavano alla mente le sue parole “amico..amico..amico..amico “.
Ritornai sui miei passi, avrei voluto dire che mi ero sbagliato, che forse non era lui, che avevo bevuto che c’era buio….qualsiasi cosa pur di ….ma non c’era più nessuno, dove lo avevano portato ?
Corsi a perdifiato, attraversai il torrente Cedron, mi inzuppai fino alle ossa, brividi di freddo e di terrore percorsero tutto il mio essere, ripresi a correre e inciampai nella radice di un grosso albero che sorgeva nel podere , le sue fronde oscuravano la luna, i suoi rami mi apparvero come braccia protese, incombenti sopra di me. Mi rialzai, mi guardai intorno e come un fulmine decisi che avrei dovuto por fine al tormento che mi stava dilaniando, non avrei potuto sopportarlo oltre. Mi impiccai.
Quale fu il mio errore ? Egli mi chiamò amico, perdonò tutti i suoi discepoli che lo avevano lasciato solo, ma son tornati a lui e lui li ha ripresi con la stessa fiducia; perdonò persino Pietro che lo aveva rinnegato per ben tre volte, sino ad affidare a lui il compito di costruire la sua Chiesa. Solo ora l’ho capito. Il mio più grande errore non fu quello di venderlo ma quello di disperare, di non credere nella sua misericordia.
Ora ne sono certo, se lo avessi guardato almeno ad un angolo, ad una svolta della strada mentre stava salendo verso il Calvario, mi avrebbe salvato.
Non fate il mio stesso errore. Lui vi ama, vi perdona e non vuole che vi disperiate.
Giuda Iscariota



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Opera scritta il 25/03/2015 - 09:23
Da Roberto Colombo
Letta n.1109 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Bellissimo racconto, anche perchè in tempo giusto per apprezzarlo di più.
Tanto, tanto apprezzato, bravo!
Un abbraccio...

Gio Vigi 25/03/2015 - 23:03

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Mi hai commossa profondamente. Ci hai insegnato a cercare di capire le pene di qualsiasi Persona. Qualsiasi. E solo allora avrai capito anche Gesù.
GRAZIE. Vera

Vera Lezzi 25/03/2015 - 22:18

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Un invito al ricredersi del proprio errore... che in tanti nella quotidianità lo ignorano... mai chiederebbero perdono a chi il perdonare è legge del cuore... è legge divina...Scorrevole quanto apprezzato sequelar dell'animo...

Rocco Michele LETTINI 25/03/2015 - 17:40

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Hairiscritto,in bella copia,la storia del Salvatore.Condivido tutte le tue idee,passo passo,ma descriverle con sapienza ed intensità che ti sono proprio,quello no,non lo avrei saputo fare.Grandissimo ed Eccellente.

Nino Curatola 25/03/2015 - 17:26

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Apprezzato in tutto il suo svolgimento. Bella chiusa.

luciano rosario capaldo 25/03/2015 - 15:38

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Questo è un bellissimo dono!
Grazie per avercelo regalato!
Gesù un grandissimo Uomo!
Ciao Elisa

elisa longhi 25/03/2015 - 15:21

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Ti sei superato in questa interpretazione caro Roberto, pensavo
di vivere il tuo racconto dal vivo seguendo passo per passo Giuda!!!!
Bravissimo e bellissima morale!!!

Giancarlo Gravili 25/03/2015 - 14:13

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