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Profumo di primavera

-Uffa, non ne posso più, non sopporto più la sua voce stridula come quella di una cornacchia, come faccio a reggerla,ancora dopo tanti anni,me lo chiedo,sta sempre lì a ciabattare,avanti e indietro per la casa e sposta qua ed armeggia lì: mi sembra un moto perpetuo, stressante, avvilente,assolutamente deprimente,nefanda per la mia mente. Uffa,e arci uffa,un angolo dove stare in pace non
c’è.Andrò nel balcone a rinfrescar i bollenti spiriti. Altro che balcone, ci vorrebbe un antistaminico, tanto mi ha fatto allergia… sono andato in overdose… sono affetto da Mariannite acuta,allo stato comatoso irreversibile!-
Disse fra se e se Massimo.Da troppo tempo, viveva male il rapporto con la moglie, dispotica ed autoritaria, se fosse dipeso da lei, avrebbe voluto controllare e deliberare pure la quantità di ossigeno da fargli inalare. Non l’avrebbe augurata neppure al suo peggior nemico.Sogghignò,forse si, ripensandoci a “ Germano detto legge“ si, lui se la sarebbe meritata,una tipa come“so far tutto e lo faccio meglio di te” come Marianna ,si sarebbero scannati pur di dire l’ultima parola. Chissà chi avrebbe inferto l’ultimo colpo letale… mah!
Aprì la porta finestra, per accedere al balcone e già la voce della sua “Marianna strega goccia a goccia“ gli giunse acida e perentoria come sempre:- Massimooo,chiudi ho freddo ,sporcherai il pavimento con l’umidità della sera, certo tanto lavo io, spazzo io, figuriamoci spolvero io, cucino io … faccio tutto io come sempre, e nessun rispetto, nessuna considerazione, cosa chiedo in fondo un po’ d’attenzione ,di cura… ho detto chiuuudiiii –
Si, Massimo chiuse ben volentieri quella porta, la chiuse non solo a lei ed alle sue urla matte, la chiuse al suo presente a quell'aria soffocante e greve che gli aleggiava attorno, gli otturava persino i pori. Si abbandonò stancamente sulla poltrona, distese le gambe ed appoggiò i piedi sul tavolino… respirò profondamente l’aria frizzante della sera. Prese una cartina vi poggiò il filtro ed aprì la sua bustina di tabacco, lentamente lo sparse sulla cartina lo compattò delicatamente e l’avvolse, preparò la sua sigaretta… l’accese e ne assaporò il gusto, lentamente inspirò e solo dopo averlo trattenuto espirò. Gli piaceva osservarne le spire ed a volte riusciva a fare dei cerchi, era una cosa sciocca ma gli dava una piccola gioia infantile.Quella ritualità esasperata era il suo rifugio lo estraniava dalla sua buia vita, e soprattutto da Marianna strega goccia a goccia, l’aveva soprannominata così,perché bisognava proprio sorbirsela lentamente goccia a goccia per capire il suo potere mortifero sulla mente. E poi si lasciò cullare dai suoi pensieri più belli e malinconici. Erano passati tanti anni, eppure cristallizzati nel tempo, quei ricordi erano rimasti sempre vividi e carichi di quell'emozione che si, ancora adesso lo facevano vibrare e sentire vivo.
Si chiamava Haruka,il suo nome significava“Profumo di primavera“e tale gli era apparsa nella sua dolce freschezza.
Lui ed il suo collega avevano vinto un viaggio premio, una settimana in una località del Giappone e più precisamente Nara.In effetti a volerci pensare, nessuno dei due sapeva che esistesse una città che si chiamasse Nara, ma d'altronde nessuno dei due si sarebbe aspettato, di vincere un viaggio,in fondo tutto era possibile. Elettrizzati per l’inaspettato premio,neanche si posero il problema di comunicarlo a Marianna ed Elvira. Tornato a casa,salutò distrattamente la moglie, fremeva per la gioia,ma aveva timore della sua reazione,sperava di trovare il momento giusto, forse dirglielo di getto avrebbe risolto il problema.
Sbirciandola ai fornelli così austera e rigida… brrr… il suo lato pavido optò per il momento della cena tra un grissino ed un hamburger scongelato, per un attimo rimpianse la cucina di sua mamma, solo un attimo però… per non cadere in depressione!
Cercò con tutte le sue forze di essere normale, mentre un subbuglio di emozioni tra timore e speranza gli serravano le labbra nell'attesa del fatidico attimo migliore. Si rese conto, che non sarebbe arrivato mai, cercò quindi di dare un tono più naturale possibile alla sua voce mentre deglutendo disse: -Marianna, a volte le cose più incredibili accadono.. pensa io e Renzo… sai quello insignificante, bassino ed un po’panciuto-cercò di tergiversare, bevve un sorso di Pinot e riprese:- sai quello con quei quattro peli rossicci… che ti ha fatto tanto antipatia, abbiamo vinto un viaggio premio, per un appalto di milioni di euro con il Giappone, che siamo riusciti ad accaparrarci… parto tra quindici giorni. – Così, le gettò la verità tutta d’un fiato... o la va’ o la spacca – disse fra se e se – Marianna,stranamente non disse nulla,lo guardò con aria di sufficienza ed infastidita gli disse:- ovviamente io, non ho tempo di prepararti le valigie, sbrigatela da te, non voglio saperne nulla. Arrangiati.- Si alzò ed uscì dalla stanza indispettita.
Gli sembrò di toccare il cielo con un dito, era andata meglio, molto meglio di tutte le sue funeste previsioni. I giorni che seguirono lo videro impegnato freneticamente in acquisti di tutto ciò che poteva servirgli;dalla valigia nuova alla cravatta; dal dopobarba a quella camicia un po’ demodé che gli ricordava la sua perduta giovinezza.
Arrivò il giorno fatidico,lui e Renzo salirono sull'aereo
Un po’spauriti e nello stesso tempo pieni di aspettative, per quella insperata vacanza, giunta come manna dal cielo a rompere una monotonia asfissiante,capace di uccidere ogni primordiale forma di creatività.
Quando arrivarono all’aeroporto di Osaka, presero il mezzo che li avrebbe condotti alla stazione e poi da lì il treno che li avrebbe portati a Nara. L’aria era frizzante ed il cielo di un azzurro intenso prometteva giorni piacevoli e sereni. Alla stazione presero un dépliant turistico, cercando di fare un piano di escursioni. Giunti al Kikusuiro, rimasero a bocca aperta, era infatti un albergo di lusso, sembrava quasi un tempio incastonato ad altre pagode miste a basse palazzine.
Entrando le rosse colonne colpirono i loro occhi ad esse erano appese lanterne dorate che dondolavano al soffio del vento, sembravano intonare una dolce armonia. Tutto sembrava fatato e misterioso ed un senso mistico che invitava al silenzio li pervase. Alla reception una splendida ragazza li accolse con garbo,era alta contrariamente alla statura media,i lunghi capelli neri erano fermati da un lungo fiocco di seta blu, dietro la nuca.Sotto la frangetta due occhi nocciola dalle lunghe ciglia le addolcivano i lineamenti, le labbra poco carnose non toglievano nulla alla sensualità di quel volto su cui gli occhi incantati di Massimo si erano persi sognanti…quasi non sentì la voce di Haruka mentre assegnava loro le suite.Trasognato, non riusciva a distogliere lo sguardo dalla quella visione incantata. Arrossì come un collegiale quando si accorse che lei ricambiava lo sguardo e gli sorrideva teneramente… si sentì rimescolare dentro ed un fuoco improvviso lo invase …
Renzo si diresse nella sua stanza e lui rimase solo,con se stesso ed i suoi sogni.
Senza accorgersene cominciò a ripetere nella sua mente il nome di lei Haruka, si ritrovò sul suo letto sognante ed eccitato, ripercorrendo nella mente i tratti del suo viso ed idealmente con il dito ne disegnò i contorni, cominciò a cibarsi di lei a costruire nel suo immaginario notti conturbanti di piaceri e dolci intimità… si riscoprì ancora fanciullo ed impreparato. Si alzò di scatto dal letto ed entrò in bagno, si guardò allo specchio, si sottopose ad un attenta analisi… qualche ruga, i capelli brizzolati… un fisico ancora asciutto e nessun cenno di pancetta …una leggera peluria sul torace ed il suo punto forte… i grandi occhi verdi. Quante donne si erano invaghite del suo sguardo delle sue grandi mani dalle dita lunghe ed affusolate…le aveva snobbate, non credendo molto sul suo fascino.. ma ora le avrebbe volute tutte lì a rassicurarlo sulla sua mascolina avvenenza… si rasò e tamponò il viso col dopobarba, gli piaceva quell'odore di fresco agrumato sulla sua pelle… fece una doccia per rilassarsi e tornò a letto … ma Haruka gli danzava nel sangue… la vedeva, quasi le carezzava il corpo mentre le sfibbiava il corpetto blu della divisa... gli sembrava tutto così reale, che ne fu spaventato. Il sonno era fuggito da lui, era già l’alba decise di vestirsi e fare una passeggiata. Quando arrivò nella hall, scorse ben delineata e sinuosa nelle sue movenze femminee Haruka, il Fujiyama, in confronto a lui era appena un focherello campestre. - Pazzo ed insensato, che voleva.. cosa si aspettava; si e no poteva avere ventidue anni e lui cinquantadue, doveva proprio essersi ammattito- si disse. Ma inesorabilmente,senza spiegazioni e senza ragione si senti ribollire dentro,accelerò il passo nel tentativo di raggiungerla prima che oltrepassasse la porta d’uscita, troppo tardi…cercò di seguirla con lo sguardo da lontano… ma non resistette,cominciò senza accorgersene a correre...una frenesia spasmodica ed incontrollabile lo pervase, la raggiunse la prese per il braccio ...lei girò il capo in una maniera tale che Massimo non poté che stringerla a se ed abbracciarla forte… con suo grande stupore, lei non si divincolò, ma poggio il capo sul suo petto, senti che calde lacrime gli bagnavano la camicia… lacrime, silenziose e piene di malinconia, anche lui rimase zitto cercando di capire quella strana reazione,le carezzò i capelli e le diede un bacio sulla fronte, un bacio paterno, che nulla svelava del suo ardente desiderio.. si sentì un po’ meschino, ma non sapeva bene cosa aspettarsi. Dopo qualche minuto lei ,poggiò la sua piccola tenera mano sul suo viso. Massimo era stordito ubriaco di lei e quando Haruka lo prese per la mano e la vide dirigersi lentamente verso l’albergo, accondiscendente la seguì. Salirono in camera… lentamente la vide sbottonarsi il corpetto…lasciò scivolare sul pavimento la lunga gonna… alzò il braccio per slegare la sua chioma; la vide così… vestita solo dei suoi lunghi capelli neri, restò ad osservarla incantato,mentre i suoi seni emergevano bianchi ed eretti dalla lunga chioma… allontanò col piede i vestiti e si strinse a lui..cercò la sua bocca e lo baciò…quel bacio lento e teneramente sensuale,sembrò entrargli nell'anima a scavare i suoi più reconditi pensieri,le ferite e le delusioni di una vita… era la donna che aspettava, un sogno,una chimera…ed era lì dolce ed abbandonata fra le sue braccia, la sollevò e l’adagiò sul letto… fecero l’amore senza parlare,solo con l’intima gioia di donarsi senza un perché,si erano aspettati a lungo ed ora sentivano di appartenersi… le mani di Haruka scivolavano sul corpo di massimo percependone il desiderio più recondito ed assecondandolo ,ritraendosi e ritornando ad accendere il piacere di lui ormai perso nell'oblio dei sensi vissuti senza freni e senza remore. Rimasero così, rivivendo quegli intensi scambi senza dirsi nulla; solo i loro corpi all'unisono parlavano un linguaggio a loro stessi sconosciuto…Vissero così,quelle ore del giorno ormai inoltrato. Massimo ordinò qualcosa da mangiare mentre Haruka era andata a fare una doccia… pensò all'acqua che lambiva il suo corpo e la raggiunse! Liquidò Renzo, con una scusa e si liberò di lui. Furono per Massimo giorni indimenticabili ..erano usciti di soppiatto a fare una passeggiata al parco, i cervi mangiavano direttamente dalle loro mani e poi corsero lungo i prati, lungo i ponticelli del parco come due fanciulli al loro primo amore. Massimo respirò profondamente e respirò primavera di vita. Haruka gli spiegò che era rimasta colpita dal suo sguardo smarrito,da quel dolore atavico e profondo che aveva avvertito nel suo cuore e aveva voluto donargli quella primavera dell’anima… per insegnargli che la vita va sempre vissuta e che le meraviglie se sappiamo coglierle ci possono sempre accadere e rimangono indelebili nel cuore a vivificare anche i momenti più bui.
La vacanza finì e con struggente dolore ognuno riprese la sua strada, si erano ripromessi di non cercarsi...il loro era stato un sogno che avrebbe continuato a vivere nella mente e nel cuore. Massimo rientrò con le lacrime agli occhi dal balcone… Haruka gli aveva davvero lasciato un po’ di primavera nel cuore e questo gli dava forza e speranza ... si, in fondo, qualcosa di meraviglioso poteva ancora accadere!



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Opera scritta il 29/11/2015 - 23:22
Da Carla Davì
Letta n.1315 volte.
Voto:
su 11 votanti


Commenti


Margherita, Roberta e Chiara, felice che il mio racconto vi sia piaciuto, vi ringrazio sinceramente per i bei commenti ... un abbraccio a tutti ed un bacio ciascuno è d'obbligo

Carla Davì 10/12/2015 - 15:16

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Bravissima Carla! Complimenti, ti auguro anche una buona serata!

Chiara B. 09/12/2015 - 18:25

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Brava Carla e complimenti per il racconto, mi è piaciuto tantissimo

Roberta Sbrana 09/12/2015 - 17:13

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Congratulazioni per il meritatissimo premio...Brava Carla un abbraccio

margherita pisano 09/12/2015 - 15:22

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grazie anche a voi Anna e Daniela per il vostro commento,le vostre parole oltre che gradite, mi sono d'incoraggiamento,Grazie

Carla Davì 09/12/2015 - 08:47

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Sorpresa e commossa,ringrazio la redazione e quanti hanno voluto con il loro voto ed il loro commento apprezzare questo mio racconto. Un sincero grazie ed un abbraccio a tutti

Carla Davì 09/12/2015 - 08:44

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Carla mi era sfuggito questo bel racconto...la vittoria te la sei meritata tutta sia per la gradevolezza del contenuto che per il modo di scrivere corretto e scorrevole. Un abbraccio

Anna Rossi 09/12/2015 - 04:38

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Scrivi benissimo, mi piace sia lo stile che il contenuto...ottimo!!! ciao

daniela dessì 04/12/2015 - 23:39

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Aver emozionato e riuscire a fare partecipi del proprio sentire, credo sia l'aspirazione di chi condivide i propri scritti... ti ringrazio Arcangelo per le tue parole e per aver colto il messaggio di speranza che volevo comunque lasciare impresso.

Carla Davì 02/12/2015 - 19:27

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S’avverte quel poco di primavera nel cuore sentimentalmente lasciata pure a tutti coloro che potrebbero identificarsi nei rispettivi protagonisti. Seguendo le istruzioni proposte l’autrice ha intenzionalmente costruito un inizio atto a coinvolgere il lettore sino a trascinarlo in un finale personalizzato sulla speranza di poter rivivere ancora, qualcosa di meraviglioso. Storia emozionalmente piaciuta !

Arcangelo Galante 01/12/2015 - 15:25

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Margherita,un grazie per il tuo abbraccio,e per il tuo entusiastico apprezzamento...

Carla Davì 30/11/2015 - 18:51

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Rocco, sempre gentile e presente nei commenti ..grazie,per l'attenzione e la bontà con cui mi leggi. Grazie e buona serata

Carla Davì 30/11/2015 - 18:49

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Chiara grazie anche a te, hai letto è questo è già tanto,hai lasciato il segno del tuo apprezzamento e ti ringrazio di cuore ... un abbraccio ed un augurio di buona serata

Carla Davì 30/11/2015 - 18:47

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Grazie Sabry l., mi fa piacere sapere che questo mio scritto ti sia piaciuto.Grazie ancora per il gentile quanto gradito commento

Carla Davì 30/11/2015 - 18:45

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Carla il tuo racconto è bellissimo, intenso come il profumo della Primavera...Complimenti! Un abbraccio forte ciao

margherita pisano 30/11/2015 - 18:17

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Piacevole per la sua scorrevolezza e la creatività impressa. Lieta settimana
*****

Rocco Michele LETTINI 30/11/2015 - 12:53

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Un racconto molto ben scritto e passionale, brava! Buona giornata,

Chiara B. 30/11/2015 - 10:48

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Mi è piaciuta la tua scrittura, un po' esotica e sensuale...brava...ciao

Sabry L. 30/11/2015 - 08:54

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