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il suicida

Se ne stava quell ‘uom stanco tutto in se romito coi
Suoi pensieri assorto,fronte bassa e occhio spento
Se ne andava coi pensier vagando ,a rammentar il passato.
E arida in lui la vita?
No!ma gia tende una mano alla dama nera
Che cerca e mai nulla a pieta’ la piega.
Qual pena,qual tormento quell’anima spenta avea,
il mal del mondo il dolore profondo lo pose
in via di non ritorno.
Solo, con il suo pellegrinare non trovo conforto
Non gli fu di pace il nascer del giorno,quel biancor
Che si fa grande tra il torpor del sol che nasce.
Parla o uomo del tuo strazio,se gia vedi il tuo
Viaggio nel doloroso recinto del tristo pier
Che per soffrir dello stesso disio,or giace nella disperata
Foresta eterna.
Vai lontano da questo amaro pasto!
Ne il bacio del figliuol ti pone il petto
A diniegar il gran inganno?
Le carezze della sposa,risollevan l’affanno.?
Nulla ,ei gia avea deciso il suo passo,
come un fiume che non vole sfociar e l acqua
si fa torbida,
cosi il miserello non volle giocar sul
teatro della vita
Questa è la giostra umana or si sale
Or si scende,per te non v’e
Piu luce ,sara una eterna notte.
Ma il bon pastore che per ogni sua creatura
Ha in sen il ben della ventura
Anche per te ha parato il nuovo
Mondo ove li in fede
Rivedrai il giorno.



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Opera scritta il 05/02/2016 - 16:56
Da corrado cioci
Letta n.943 volte.
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Commenti


UN INTENSO ET ARGUTO DECANTO SEQUELATO CON MAESTRIA... SERENO FINE SETTIMANA CORRADO...
*****

Rocco Michele LETTINI 06/02/2016 - 14:55

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