Spero solo,l’ascensore,funzioni al ritorno.”Marco,Marco..cosa non farei per te …. che batticuore mi dai ,e che gioia !” La mia mente si perde tra sogni e speranze ….
La mia mente si è persa ... si è persa, si. Tra i ricordi! Come avevo potuto vivere di sogni con accanto un uomo così pratico,così glaciale e distaccato nel quotidiano … quel suo sguardo dolce, quella sua tenera mano poggiata sulla mia guancia,quante volte avevano vinto ogni mia resistenza, ogni mia opposizione nella speranza e nel sogno che alla fine avrebbe capito il mio amore,la mia dedizione.
Avevo rinunciato anche al mio lavoro per te,geloso e possessivo come eri … Si, ti era piaciuto tutto quella sera, avevi gustato a fondo i sapori ed avevamo sorseggiato a lungo quel frizzantino che avevi portato,avevi fatto quella stupida battuta,forse per nascondere il tuo imbarazzo” ecco questo è per la padrona di casa, un Pinot Maschio”.Avevamo cenato,senza quasi parlare guardandoci negli occhi ci eravamo invaghiti … ogni sorso assaporato come un lento e dolce bacio,ci sfioravamo appena di sfuggita le mani, in un gioco di seduzione e malia, ed ogni tocco era una scintilla di fuoco, che pervadeva i nostri corpi. Una scintilla, che all’improvviso s’accese e divenne fuoco e passione divampante. Che notte Marco,mai sazi di noi!
Ero la tua Geisha,così mi chiamavi per gioco,ed io sempre docile ti assecondavo in ogni tuo desiderio … ero felice ubriaca di te e stordita di passione ed amore..come lava fusa che bruciava la pelle, sentivo le tue mani scivolare su di me.
Ieri no, non è stato così. Eri rientrato a casa contrariato,avevo intuito subito che qualcosa non andava,mi avevi dato un bacio di sfuggita mentre gettavi le chiavi con rabbia sul mobile. Nervosamente ed a strattoni disfacevi il nodo della cravatta … volevo aiutarti e sorridendoti maliziosamente mi ero avvicinata a te, così ti avevo sciolto il nodo e fatto scorrere lentamente la cravatta sfilandola dal colletto della camicia … non dimenticherò il tuo sguardo freddo e distaccato … eri passato oltre,insofferente e quasi non mi avessi neppure vista … eppure eri tu,che mi avevi insegnato a venirti incontro ed a farti un po’ le fusa come una gattina innamorata..ed ora mi facevi sentire stupida ..e fuori luogo.
A stento trattenni le lacrime,e cercai di non pensare, di non lasciarmi travolgere da tutti quei pensieri di rimpianto e amarezza che erano rimasti nascosti da tempo nella mia mente e che adesso volevano uscir fuori a gridare la rabbia ed il malessere,per la mia vita che avevo lasciata appesa al gancio di una parete per te,per quell’amore che mi ha resa schiava dei tuoi sorrisi e dipendente dalla tua voce.Già, bastava ti sentissi appena scontento di me che avrei voluto rivoltarmi come un guantino per cercare di cambiarmi, di assecondarti, sino ad aver annullato ogni creatività ed aver perso l’essenza di me stessa.In un attimo ripensai a quante serate vuote trascorse davanti ad un video gioco ad annullare la mente...i pensieri, cliccando su inermi personaggi finti...finti ed irreali come mi sentivo io.Tempo trascorso a sognare un cambiamento, ad aspettare un gesto d’amore sincero e stima da parte tua che desse valore a così tante rinunce, una svolta che potesse dare un senso a quella che era diventata la nostra monotonia,le nostre vite parallele che s’incontravano solo sotto le lenzuola! Mentre sul chiodo,vedevo ancora appesa la mia anima che mi aspettava e che volevo riprendere. Tu eri fuori a giocare interminabili partite a poker ... sapevi che ad accoglierti avresti trovato sempre la tua geisha che in ogni caso sia perdita o vittoria ti avrebbe consolato o avrebbe festeggiato,con te sempre. Ignaro di possedere un corpo senza più vita! Avevo fatto la spesa al supermercato di corsa in preda ad un raptus di folle speranza,ed avevo organizzato una promettente cenetta ..volevo aprirti il mio cuore e parlarti di me, dei miei sogni,dei miei desideri da realizzare e vivere insieme in armonia … Ed ora eri lì, irritato chissà per cosa ..imprecavi e sbattevi le ante del mio armadio. Rovistavi bruscamente tra i miei vestiti,frugavi tra i miei cassetti e neanche ti curavi di rispondere alle mie domande … ripetutamente ti chiedevo di dirmi cosa fosse accaduto,il perché di quel tuo agire … cercavo di fermarti e tu ignaro continuavi imperterrito a scaraventare tutto fuori e mi offendevi...e non capivo perché … perché … perché mi ripetevo.
Sul tavolo apparecchiato, avevo messo i candelabri d’argento … i tovaglioli piegati a cigno,come piacevano a te … in forno il Branzino con le verdure,le meringhe colorate di cui eri goloso,erano a forma piramidale sul vassoietto … proprio come piacevano a te...ed in frigo il Pinot Grigio era già a temperatura ottimale … e tu eri lì a sbraitare parole incomprensibili, idiomi che non oltrepassavano il muro della mia confusione, che tra lacrime e singhiozzi, non ero più riuscita a contenere … E poi all’improvviso la tua voce, come una sferzata giunse al mio cervello “ Cretina, dove hai nascosto le chiavi della cassaforte … dove sono ho bisogno di soldi o mi uccideranno” capii, che ti braccavano da tempo degli usurai a cui avevi chiesto un prestito per pagare dei debiti di gioco, compresi che gli ammanchi che avevo notato,non erano dovuti alla vecchia donna,che avevo accusata e che tu stesso avevi preteso licenziassi perché non potevo più fidarmi di lei. Povera Maria,quanto aveva pianto,il suo onesto lavoro umiliato ed infangato da un sospetto di ruberia ed ora tutto sembrava diventare chiaro nella mia mente mentre rispondevo :<< non ricordo dove le ho messe … >> risposi conciliante,nel tentativo di giustificarmi:<< come sai viene una donna nuova a far le pulizie di casa e dopo l’esperienza con Maria,le ho nascoste.Poi, quei soldi li ho serbati per Giulio,sono di mio figlio,deve sposarsi,sono per avviare la sua azienda … non posso darteli .. non posso,mi spiace>> per la seconda volta mi picchiasti, già una volta era accaduto e forse da allora avevo cominciato a temere le tue reazioni,forse anziché temerle avrei dovuto denunciarti e mandarti via … ma ti amavo,avevi promesso non sarebbe mai accaduto,ti amavo,ti avevo creduto ed ora di nuovo ..il tuo schiaffo fu solo l’inizio … arrivarono presto i pugni ed i calci … non sentivi ragioni … non sentivi le mie invocazioni … avevo paura e piangevo,non riuscivo a fermare la tua furia,tutte le tue paure le riversavi su me,in quella violenta e cieca sequela di botte … e poi quella tua frase orribile e meschina:<< ho sempre voluto i tuoi soldi, ci sei cascata, come tutte le altre.. già, l’intelligente donna in carriera … ho vinto la scommessa,non ci credeva Filippo che ti avrei resa schiava .. lui ha avuto tutta l’azienda ed io un mucchio di quattrini, i suoi ed i tuoi … ed ora esci fuori le chiavi o t’ammazzo>>. In un infinita frazione di secondi … tutto in frantumi … il fragore del mio castello di sogni e d’illusioni crollato, gettò la mia mente in tilt ma nello stesso tempo mi fu tutto chiaro. Freddamente accondiscendente, finsi di andare a prendere le chiavi … sottomessa ed impaurita,zoppicante e dolorante ... presi le chiavi,aprii la cassaforte ma non presi i soldi ma bensì presi la pistola. Già,questa non te l’aspettavi..follemente lucida, ti osservai impaurito assaporando il tuo sguardo di coniglio tremante mentre,quella che era stata la tua suadente e sensuale voce mi supplicava. Mi sentivo forte e sentivo il potere riempire di energie nuove il mio corpo dolorante ed il mio cuore straziato di dolore ed il mio io ergersi orgoglioso ed arrogante sull’umiliazione da poco subita … sentii spettrale e determinata la mia voce che ti diceva: << esci fuori da casa mia,sparisci più lontano che puoi e non farti più vedere … esci subito, prima che sia io ad ucciderti >> … spietata sparai dei colpi vicino ai tuoi piedi e ti vidi scappare. Sento lo stridore dei freni di un auto in corsa … non voglio sapere più nulla di te … non so neppure se sei vivo o morto … chiudo la porta a chiave,metto il chiavistello … Lentamente butto via la cena nella pattumiera... sbuffo sul mio ciuffo ribelle e assaporo tra le lacrime una meringa rosa … mentre indosso un golfino rosa.. rosa, come la speranza del mio domani da ricostruire. Come la fenice risorge dalle ceneri così risorgerò!Lo prometto a me stessa e sento già tepore...merito della speranza che nasce in cuore o del mio golfino rosa? Che importa, è tempo di sorridere... l’oggi è già ieri ed è passato ed il mio domani mi attende!

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