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Il veglio solo

L’anziano uomo, come oramai
fa da quasi due decenni, ogni
mattina si reca nell’orto
e con la consuetudinaria procedura
controlla che la zucca non sia vuota.
E il cavolfiore non sia morto.
Pari a tutti quelli che erano i suoi affetti.
Alieno da ogni ricordo saluta sfiorandoli i porri
e si assicura che abbiano al vento forte
resistito ramati i pomodori, che siano
in buono stato i pisellini e il sedano
non abbia patito le gelate della notte.
Osserva le cipolle rosse
e le zucchine bianche, assuefatto alla solitudine
delle interminabili ore vuote.
Qualche passo tra i fagioli borlotti,
e gli sfugge un sorriso amaro
destinato forse alle carote.
Amaro come il sapore
che lasciano le cose
irrimediabilmente andate.
Prima di rientrare con il canestrino
pieno per il minestrone per cena
si accerta che godano di buona salute le patate.
Gli pare di udire un graffio alla porta
ora che sminuzza le verdure
nel suo angusto e freddo cucinino.
La sorpresa non starà nell’aprire, ma nel
sentir un po’ meno il graffio al cuore nel divider
la minestra con l’inatteso tremante bastardino.



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Opera scritta il 06/12/2018 - 16:21
Da Mirko D. Mastro
Letta n.1231 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Originale molto bello il tuo racconto

Barbara Lai 07/12/2018 - 20:08

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Un cerchio che si chiude attraverso la natura.

Bruno Gais 07/12/2018 - 11:57

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delizioso questo minestrone
e la chiusa è dolcissima

laisa azzurra 06/12/2018 - 20:37

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Un po' favola un po' realtà...
quello che scrivi è sempre bello ed originale.

Grazia Giuliani 06/12/2018 - 19:07

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