OPERA

Quando Charlie Parker prese per la prima volta tra le mani un sassofono pensò che non dovesse essere il musicista a suonarlo, ma lasciare che fosse il sax a suonare lui.
Così quello iniziò a fargli suonare ciò che gli dettava la sua anima

Lacrime al telefono. Lacrime su un viso di bimba.
Lacrime per la strada, nascoste dietro la scusa di allacciare una stringa.
Lacrime parcheggiate in gola. Sotto la pioggia. Lacrime dal finestrino di un treno in corsa.
Lacrime di un amore che è solo un’istantanea in fondo alla borsa.

Billie Holiday lo avrebbe forse guardato, e in un filo di voce si sarebbe lasciata sfuggire che si sentiva come se suonasse uno strumento a fiato, senza figurarsi di cantare

Non sei che un principe scalzo riposto in un cuore cavo di bambù
ma se schiocchi le dita, il mondo si lascerà guardare a testa in giù.
Dinanzi alla sua purezza di azzurro possiedi solo una lacrima cadente,
gelosa custode di quelle note da sussurrarle a luci spente.
L’azzurro non è privilegio degli occhi, bensì fragilità e patrimonio del cuore
e questa notte che sta così stretta, dovresti forse portarla dove osa solo l’amore.

Allora lui, da far arrossire la chiave di sol…

Lacrime perché è difficile rinunciare alla fame di un’abitudine, lacrime per qualcosa
che non c’è più e per ciò che di nuovo resta. Lacrime tediose sedute su quella stringa,
comunque lacrime…
le tue, ancora lacrime di bimba.

Parve pensare Billie che le avevano detto che nessuno canta la parola "fame" e la parola "amore" come le canta lei… forse, si disse che era perché sapeva cosa avevano voluto dire queste parole per lei, e quanto le fossero costate

Quando il principe dei sogni sognati troverà la pace fuori da un assolo,
forse il rospo potrà guardarla dormire, nella carezza di un lenzuolo.
Lascia lo spartito lui, e si avvicina dal cantuccio dove solitamente lavora
per coprirle le spalle. Forse lei sogna, e neppure la sfiora.

Opera scritta il 13/02/2023 - 06:22

Da Mirko D. Mastro

Letta n.544 volte.

Anche tu sei un tutt'uno con la scrittura; chiudi gli occhi e lasci parlare l'anima che si emoziona ed emoziona... chi ama lo strumento che suona lo rende parte di sé, tu così con la scrittura, la poesia sempre patinata di malinconia, come deve essere.
Complimenti, splendido racconto!

Marina Assanti 13/02/2023 - 10:57

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Quando un sassofonista suona, si fonda con lo strumento e inizia a suonare la sua anima. Mi piacciono le tue scritture dove come un terapeuta analizzi ogni situazione e nulla poi finisce malamente. È il cielo che ti ispira e ti suggerisce storie di persone che per troppo amore si son ferite. E poi con ciò che provono per sé stesse si son rialzate. E il sax suonerà sempre per loro. E leggerti calma il cuore.

Anna Cenni 13/02/2023 - 08:10

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Affascinata Mirko da questa tua scrittura, comprese le prime parole del racconto, non oso proferir altre parole:
... EMOZIONI ...

Maria Luisa Bandiera 13/02/2023 - 07:54

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