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La Rondine e la Rana

All’apparire del solstizio estivo
vaga la rondine pel ciel sereno
e intorno inonda del garrir festivo.
Ora repente in alto, ora s’abbassa
or brevemente libra, ora il terreno
ruotando lambe con scattante mossa.
Nella belletta posa per materia
del costruendo nidietto ed alla rana
che nella mota sguazza solitaria:
Rotoli sozza e gracidi contenta
e stai in cotanta puzzolente melma.
In acqua, però, poi, mi rituffo attenta
dice la rana; non tu che fai letto
e giorno e notte ci rimani accolta.
Mira il tuo sporco quanto ner’aspetto
e t’accorgi che d’essa resti avvolta.


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Poesia scritta il 16/05/2012 - 17:31
Da nello maruca
Letta n.1517 volte.
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