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A MIO PADRE

Mi sforzo di parlare
la lingua dei poeti,
sperando che tu la possa
sentire.
Memorie si accalcano,
il cervello implode mentre
il cuore
piange lacrime amare.
La nera signora
decise che l’ora era giunta,
portandoti via in un caldo
pomeriggio primaverile.
Era maggio, il mese dove
le rose rinascono
e con loro
lo facevi anche tu.
Adesso riposi all’ombra
di un giardino e dal tuo posto,
lì, in alto,
baci noi
ed il sole illumina il tuo
cammino.


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Poesia scritta il 21/08/2019 - 20:48
Da Poeta Errante
Letta n.919 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Poesia che si commenta con un nodo alla gola...speriamo sia così...
bella...

Grazia Giuliani 22/08/2019 - 16:14

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Grazie per il tuo commento MastroPoeta. Spero che qualcosa ci sia dopo e di conseguenza che le nostre parole giungano ai nostri cari.

Poeta Errante 22/08/2019 - 10:25

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Pensieri e ricordi meravigliosi nella lingua dei poeti che anch'io mi domando se il mio di padre, in quella fredda mattina di febbraio, ha potuto comprendere

Mirko (MastroPoeta) 22/08/2019 - 09:03

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