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COME I CAVOLI A MERENDA

I ristoranti cinesi e gli involtini primavera
un cinese sul prato che prima non c’era
il gioco aleatorio della morra cinese
il coronavirus fra mito e leggenda
ha invaso il mondo come i cavoli a merenda


un flagello affligge un’umanità precaria
in un mondo infetto da paure ancestrali
reso precario da un fragile starnuto
lo squittio di un notturno pipistrello
esprime un suo cordiale benvenuto


con le mascherine la gente si nasconde
a carnevale allegro il virus si diffonde
dalla terra di un beffardo riso
ci sorprende un enigmatico sorriso
la Cina ci sorprende come i cavoli a merenda.



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Poesia scritta il 14/02/2020 - 17:54
Da Paolo Delladio
Letta n.1108 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Troppo forte

Francesco Cau 15/02/2020 - 12:11

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Paura invadente che rimane dentro anche in chi, non è stato attaccato. Stile molto piaciuto

MARIA ANGELA CAROSIA 15/02/2020 - 09:22

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Ironica analisi della condizione mentale, delle cause (più finte che vere) cibo delle nostre paure, il più delle volte inculcate nei cervelli delle masse dai cervelli delle élite.
Sembra che il "mondo" vada matto per i cavoli a merenda!

Leo Pardiss 15/02/2020 - 08:38

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