Apro la porta della mia stanza.
E’ stato lungo il viaggio dell’assenza.
Saluto la polvere che protegge i libri
e bacia gli oggetti testimoni della mia vita.
Ringrazio i ragni e i tarli delle travi
per la guardia severa e senza paga,
eppure qualcosa è diverso,
nella fotografia del ricordo
qualcosa è mutato, mosso.
Forse l’anima della tartaruga di pietra,
oppure la matriosca più anziana
o il cane di pezza senza collare,
forse hanno festeggiato la loro libertà
con una piccola scossa di terremoto,
che ha infuso vita al legno, al vetro e alla pietra.
Ogni oggetto ha parola propria,
un’immagine che frusta la memoria,
un frammento di sguardo
che inchioda il destino sul muro del tempo.
Mentre chiudo la porta
sbuca il Silenzio dalla scatola di latta
e mi dice del gioco giocato
e mi parla dei segni lasciati
e mi confessa dell’amore consumato
tra libri, pupazzi e conchiglie
con Solitudine
sua amante di sempre,
sua amante segreta.
Poesia scritta il 18/06/2020 - 07:27Voto: | su 4 votanti |
Maria Luisa Bandiera
19/06/2020 - 12:48 
Mirko D. Mastro(Poeta)
19/06/2020 - 05:50 
Angela Randisi
18/06/2020 - 21:37
Teresa Peluso
18/06/2020 - 13:32
floriano fila
18/06/2020 - 11:08 
Fabrizio Coccia
18/06/2020 - 10:35
mario Righi
18/06/2020 - 09:35
speranza iovine
18/06/2020 - 09:23 Complimenti!
Anna Maria Foglia
18/06/2020 - 08:54



