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IN QUESTA GUERRA

Nel ricordo di quell'otto
marzo dopo le due del mattino,
si è riempita la stazione ferroviaria
di Milano; di napoletani, calabresi e
siciliani; che fuggivano presi delle
tante paure, trascinando valige
con le loro mani.


Il divario tra
nord e sud si allargava ogni
giorno, i dati su quelle infezioni
salivano al nord con lo spavento;
la pandemia fa emergere un'Italia
sepolta, in quella sua dignità è
distrutta!


In prima linea per
questa guerra, medici e infermieri
come dei soldati sono e sono stati
nell'ubbidienza; quella tanta carenza
d'organico, non solo i medici sono
stati messi con i turni all'ingiusto
massacro.


Con quei pochi e
bravi anestesisti e non parliamo
dei sacrificati ... rianimatori, sembra
che si allontana questo bruttissimo
temporale; i conti si faranno sempre
alla fine, per quella inadeguatezza
delle strutture.


Nella retorica di
questa guerra, che nessuno si
meraviglia; la paura del contagio,
alla democrazia ha tolto lo spazio;
una regressione collettiva, in quelle
cessioni di nuove speranze di chi
cercava o lavorava prima.



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Poesia scritta il 11/07/2020 - 12:40
Da Gaetano Lentini
Letta n.880 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Purtroppo triste realtà.

Francesco Cau 2 12/07/2020 - 07:45

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pensieri di questa poesia li condivido

Alberto Berrone 12/07/2020 - 00:29

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Purtroppo quando succede qualcosa di grave, quasi sempre siamo volti impreparati. Dovremmo dire che la storia insegna, ma sembra tutto il contrario.

Teresa Peluso 11/07/2020 - 15:42

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Ottima analisi di una tragica situazione sociale che, almeno per alcuni, ancora perdura tanto che i focolai ancora ci sono.
Sapiente e veritiera deduzione finale.
Complimenti.

Ernesto D’Onise 11/07/2020 - 14:19

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