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Per tutti eri
il diamante più puro,
il più brillante,
anche quando
sei finito nel fango.
Un tempo
eri un Indios scalzo
che giocava da Dio
a Villa Fiorito;
sognava di vincere
con l'albiceleste
perché aveva l'oro puro
nel piede sinistro.
Ora che più non giochi
ogni tuo gesto
si ripete all'infinito
ed ancora emoziona
l'immaginario bambino.
Dicono che tu sia morto,
ma c'è un tuo gol
esposto come un gioiello in una teca,
manco fosse di Maradona,
che rimarrà per sempre
incastonato lassù,
in altura,
sul prato dell'Azteca,
perché i sogni
non possono morire,
mai


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Poesia scritta il 28/11/2020 - 05:49
Da Italo Giuliano Bonetti
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