Erano i giorni della merla
Si affacciava un sole timido,
come un intruso, sui prati
e i boschi sonnacchiosi.
Erano i giorni della merla,
che passavano lenti,
sui campi di grano.
L’anziano raccontava la guerra.
L’odissea dei giovani soldati arresi
nella neve di una terra straniera.
Mai ho sparato un sol colpo di fucile!
Solo il gelo, bruciava la carne,
nelle le scarpe consumate,
sulla sperduta via del ritorno.
Sul volto di pietra, il solco,
per una lacrima di sale,
e un filo di voce Pregava:
Spero che, per voi, non ci sia mai,
mai più! La guerra!
come un intruso, sui prati
e i boschi sonnacchiosi.
Erano i giorni della merla,
che passavano lenti,
sui campi di grano.
L’anziano raccontava la guerra.
L’odissea dei giovani soldati arresi
nella neve di una terra straniera.
Mai ho sparato un sol colpo di fucile!
Solo il gelo, bruciava la carne,
nelle le scarpe consumate,
sulla sperduta via del ritorno.
Sul volto di pietra, il solco,
per una lacrima di sale,
e un filo di voce Pregava:
Spero che, per voi, non ci sia mai,
mai più! La guerra!

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Commenti
Pregevole componimento. I miei complimenti.
Con stima Romualdo

Con stima Romualdo





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Ciao Margherita.. grazie per il commento. Buona notte






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Complimenti Francesco, per questa poesia che hai scritto con versi delicati e carichi di emozione...nonostante la drammaticità...di chi ha vissuto dentro quella incredibile guerra...Ciao Un abbraccio






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Ho notato qualche refuso, ma penso si capisca.. Grazie Sabrina, Poeta dell'Amiata, Loris, Nadia, Maria, Renato e Salvo.. Ciao e buona serata





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Componimento dedicato alla memoria dello zio di mio padre, sopravvissuto alla ritirata dei militari italiani dal fronte Russo, nel gennaio del 1943.
Era solito raccontare la sua storia, lo zio Pasquale, nelle serate invernali, quando i lavori nelle campagne erano limitati, e le famiglie si riunivano in allegria.. La memoria va conservata, ma soprattutto capita..

Era solito raccontare la sua storia, lo zio Pasquale, nelle serate invernali, quando i lavori nelle campagne erano limitati, e le famiglie si riunivano in allegria.. La memoria va conservata, ma soprattutto capita..




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Una pagina di storia raccontata con sobria eleganza, pur trattando un argomento di squallore e crudeltà come sono tutte le guerre. Purtroppo esiste ancora qualcuno che la pensa in maniera opposta. La poesia mette in luce anche l'innocenza del milite pacifista forzatamente arruolato che, pur rifiutando di sparare, subisce la violenza della prigionia e prega perchè altri mai subiscano quell'orrore.


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I tuoi versi suscitano la mia sincera commozione per il destino segnato d'una Grande (solo nel cuore ) Armata (ARMIR) mandata (cinicammente) priva di mezzi allo sbaraglio nella campagna di Russia. In quella guerra(non voluta dal popolo) i nostri grandi Eroi (veri) ebbero solo il sostegno del cuore e del coraggio che non potevano certamente bastare... I racconti diretti dei veterani che tu hai raccolto e tramutato in sapienti, commoventi versi, sono il giusto omaggio per EROI che non andrebbero mai dimenticati... Grazie Francesco... 



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Acciderbolina! E meno male che eri accorto di poesie...e ne hai scritta una che spacca il cuore.... E se eri carico cosa avresti fatto perdonami....? Per mille pupazzette quanto è bella....non solo sai emozionare ma lascia la tua grande impronta...cavolo se la lasci.!!! A te i miei complimenti... Ti abbraccio ciao Francesco caro..buona serata.


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Bellissima! mi ha ricordato come sentimento i racconti di mio zio sulla guerra di Russia dalla quale ritornò a casa per miracolo.
Molto piaciuta e condivisa
Nadia
5*
Molto piaciuta e condivisa
Nadia
5*


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Molto bella, mai più guerre, ma non sentono. Ciao buona serata. Loris.


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bravo bisognertebbe ricordarsi dei noostri nonnii o padri e mai più guerra








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Francesco, mi hai emozionato. Bellissima davvero. Un caro abbraccio grande poeta. Un opera eccelsa. 



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