La zia e il drago
Parecchie volte a casa di mia zia Carmela assistevo con somma meraviglia alla preparazione del pane per la cottura, e di come addobbava il forno. La sera prima, mescolando acqua, farina e lievito, creava un’enorme palla di pasta morbida, che lasciata a riposare sotto delle grosse coperte di lana tutta la notte, cresceva raddoppiando il suo volume. Al mattino presto la zia nell’interno del grande forno, vuotava con maestria, due enormi sacchi colmi di bucce di noccioline; dando vita prima a una leggera fiamma iniziale, e a delle imponenti lingue di fuoco poi. Il tutto dopo qualche ora si esauriva lasciando le pareti fatte di mattoni rossi arroventate. Quasi subito la zia riponeva all'interno, le forme di pane crudo. Al solo contatto con il pavimento dei mattoni roventi, il pane prendeva forma e colore, che spettacolo meraviglioso, le pagnotte iniziavano a dare segni di vita, ed io assistevo attonito a quelle operazioni sconosciute e cariche di mistero. Dopo poco tempo lo zio mi batteva sulla spalla e diceva andiamo, bisogna partire per la pesca che è tardi, lascia stare la zia, non vedi che sta combattendo con il drago, lasciamola stare, che è pericoloso. Al nostro ritorno, si potevano ammirare i frutti di quella battaglia, la zia come tutte le mattine aveva vinto la lotta, e aveva riposto il bottino ancora caldo, all'interno a delle piccole ceste, comprate al mercato per l'occorrenza; che profumo dolce e invitante che emanava il pane appena nato, per un attimo, il tempo di un momento la mia mente viaggiatrice e condottiera si perse nelle maglie della fantasia, compagna fedele, rifugio sicuro, di grandi e piccoli.

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