ti ricordi di me Nessi
alle quattro del mattino, il vino, le stelle
e la tua malinconia?
con te era un po' cosi sempre
a te donava la tristezza
ti risaltava gli zigomi
ed eri bella, in lacrime la notte
piangevi anche quando si giocava a far l'amore
nei parchi o nei laghi di nascosto
dai nostri amici seduti a chiacchierare
in un solitario fosso
pareva fortuna e Luna l'essersi incontrati.
ti ricordi di me Nessi
quando la mattina si ballava nudi al buio
in una casa ammobiliata a Roma
e li sorridevi e forse eri più bella ancora
ma ero innamorato e non so dirlo
chi saprebbe valutare la bellezza dell'amata,
amandola?
ti ricordi di me Nessi, della mia ansia
il pomeriggio in cui tua madre è morta.
eri silenziosa e guardavi l'orologio
era ancora una giornata normale
bevevi alcol da una scarpa
il cuore ti batteva parole
l'anima fuggita da qualche parte
non eri più nemmeno dentro a questi occhi
eri nell'orologio avanti
a scacciare il futuro a morsi
io lo sentivo che eri nel futuro
tu sapevi vederci lungo
non lo capivi
lo capivo io per te
ma da quel pomeriggio alle tre
non ti capisco più
e mi manchi
ho gli orecchi stanchi
di stare alla stazione ad ascoltare treni
in cerca di quel vento
-che al passaggio del treno
ti portò via come la notte-
spero che ti riporti indietro e qui ti aspetto
ma ho gli orecchi stanchi d'ascoltare
il vento non mi.porta che le tue urla
ma spesso penso
o mi piace pensare
che prima di andartene
per sempre tu abbia urlato
anche il mio nome
che forse ascolterò tra le altre urla
solo quando sarò capace
di immaginarti felice
ora che la tua vita si è nascosta bene
sotto i binari e le sue pietre.
alle quattro del mattino, il vino, le stelle
e la tua malinconia?
con te era un po' cosi sempre
a te donava la tristezza
ti risaltava gli zigomi
ed eri bella, in lacrime la notte
piangevi anche quando si giocava a far l'amore
nei parchi o nei laghi di nascosto
dai nostri amici seduti a chiacchierare
in un solitario fosso
pareva fortuna e Luna l'essersi incontrati.
ti ricordi di me Nessi
quando la mattina si ballava nudi al buio
in una casa ammobiliata a Roma
e li sorridevi e forse eri più bella ancora
ma ero innamorato e non so dirlo
chi saprebbe valutare la bellezza dell'amata,
amandola?
ti ricordi di me Nessi, della mia ansia
il pomeriggio in cui tua madre è morta.
eri silenziosa e guardavi l'orologio
era ancora una giornata normale
bevevi alcol da una scarpa
il cuore ti batteva parole
l'anima fuggita da qualche parte
non eri più nemmeno dentro a questi occhi
eri nell'orologio avanti
a scacciare il futuro a morsi
io lo sentivo che eri nel futuro
tu sapevi vederci lungo
non lo capivi
lo capivo io per te
ma da quel pomeriggio alle tre
non ti capisco più
e mi manchi
ho gli orecchi stanchi
di stare alla stazione ad ascoltare treni
in cerca di quel vento
-che al passaggio del treno
ti portò via come la notte-
spero che ti riporti indietro e qui ti aspetto
ma ho gli orecchi stanchi d'ascoltare
il vento non mi.porta che le tue urla
ma spesso penso
o mi piace pensare
che prima di andartene
per sempre tu abbia urlato
anche il mio nome
che forse ascolterò tra le altre urla
solo quando sarò capace
di immaginarti felice
ora che la tua vita si è nascosta bene
sotto i binari e le sue pietre.

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Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Bellissima...niente altro da dire*


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Veramente un'ottima poesia...complimenti.


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Semplicemente stupenda.
il resto lo hai detto te con queste tue
meravigliose parole. Complimenti ciao


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alquanto bella .letta con interesse e veramente piaciuta,ciao


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bellissima
null'altro

null'altro




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