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ELUCUBRAZIONE DI UN' ALCOLISTA

Bere la chiave
della tranquillità…
mi sbagliavo
era solo l’abisso
della vergogna.
Allucinazioni…topi
che correvano sui muri.
Nella notte volava
una scarpa dalla finestra.
Quel figlio d’una bottiglia
scioglieva nell’acido la mente.
Spugna il corpo assorbiva
tossicità alcolica.
Contavo le vene del soffitto
i suoni della strada
sgommate di camion
il sordo eco di bidoni vuoti.
Lontana dal burrone
della gorgogliante ferita
con le dita strappavo le lenzuola…
gettavo una rete nel cielo
catturando le stelle
per farne una coperta.
Corri incontro al mondo
senza quei rossi calici
che ti hanno annebbiato la vista.
Sobria sei come una rosa
aprila ha un buon profumo
mioddio… sono ancora io!


Mirella Narducci




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Poesia scritta il 16/12/2020 - 18:35
Da mirella narducci
Letta n.1015 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


MORENO...Di solito in questo periodo si dedica spazio a tutto quello che ispira il Natale. Il mio più che un monito è una raccomandazione a chi abusa dell'alcool, quest'ultimo fa male più del fumo. Grazie per il tuo commento

mirella narducci 18/12/2020 - 17:36

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Bere la chiave della tranquillità...mi sbagliavo, era solo l'abisso della vergogna.
La parte più tragica.
Grazie

Moreno Maurutto 18/12/2020 - 16:37

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ROMEO...non è autobiografica è un meditare, una elaborazione non somigliante alle tue, ma con un tema un pò devastante. Se non ti leggo prima AUGURI PER NATALE ciao

mirella narducci 17/12/2020 - 18:14

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Mio Dio Mirella ! Ma cosa ti è successo ?

romeo cantoni 17/12/2020 - 15:51

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