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Caffè Florian (riproposta)

Lei entrò, riflessa nelle specchiere
la vaporosa nube bionda dei capelli,
la snella figura strizzata in un trench.


Lui l’aspettava sul velluto rosso
l’impeccabile leggerezza della giacca di lino,
davanti un libro aperto di D’Annunzio.


Girovagavano colombi incerti
nell’umido sorriso delle labbra
si distillavano gocce di rosolio.


Scorse in lei l’evanescente malia
dei cieli di Venezia, il soave languore
delle calli quando sale la foschia.


E la marea della sua voce d’angelo
era come l’eco della sua anima,
nel brusio della macinatura del caffè.


Con la magia delle sue forme disciolte
dal rigoglio spumoso degli stucchi
immaginò la via della seta e l’Oriente,
intero.


L’amò attraversando il tempo e lo spazio,
fra la vanità delle cose della terra
e l’immutabilità cangiante del cielo.


Divennero memoria e desiderio.




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Poesia scritta il 05/01/2024 - 18:54
Da Carla Vercelli
Letta n.481 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Complimenti bellissima,

Francesco Cau 06/01/2024 - 19:41

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BELLA!!

Angela Randisi 06/01/2024 - 18:21

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Bella, complimenti

Mary L 06/01/2024 - 13:23

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La poetessa ha la mia stima. Mirabile composizione. I miei saluti.

Francesco Rossi 06/01/2024 - 12:45

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Un romantico incontro nello storico caffè di Venezia che l'Autrice con maestria ci ha saputo proporre in chiave poetica. Molto bella, ciao

Francesco Scolaro 06/01/2024 - 10:25

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Complimenti!

Maria Luisa Bandiera 06/01/2024 - 08:04

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