Parole in libertà
RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Luci della ribalta Quante volte era salito sul palco di un teatro? Molte, davvero, ma quella doveva essere l'ultima e aveva un sapore particolare.
Il teatro, che oggi ha fatto posto a un grande magazzino, era il più imponente della città, ma il pubblico non gli faceva paura. Quello che temeva era non ricordarsi le battute, considerato che ad ottanta anni la mente non era più quella di un tempo. La parte la sapeva, l'aveva recitata molte volte quella commedia, ma a distanza di qualche anno non era più lo stesso. Si preparava, nel camerino al trucco e pensava come in un flash back tutte le volte che si era trovato di fronte a quello specchio, con le luci. Gli inizi, prima della guerra nel teatro serio, delle compagnie drammatiche, i concorsi teatrali, poi la guerra, la Russia, il ritorno e quello che poteva essere il mestiere divenne una passione da coltivare, ma a livelli buoni. Commedie ed anche uno sceneggiato RAI con Panelli e Valori, con i quali recitava in teatro, che lo vollero per una parte. ... (continua) Glauco Ballantini 23/11/2015 - 08:59 commenti 6 - Numero letture:1202
L\\\'ISOLA Nel buio della notte estiva, attenuato dal fulgore di una luna piena, la bella signora giaceva supina, cullata dallo sciabordio delle onde; spettatrice da millenni dell’incontro senza tempo tra il nostro satellite ed il mare, si mostrava indulgente verso il loro atto d’amore eterno.
Lea, rapita, osservava da lontano la magia: quella sera, proprio di fronte a sé, l’isola di Capri appariva nitida senza un’ombra di foschia, riflettendo nel Golfo di Napoli l’immagine della sua figura e si potevano distinguere perfettamente il volto di una donna e il suo ventre, distesi sull’acqua. La nobildonna del mare era stretta nell’abbraccio della sua corte regale: Sorrento, Capo Miseno e le isole di Ischia e Procida, che da sempre la osservavano fraternamente. Dal terrazzino dell’hotel sul lungomare, sdraiata sul lettino, la donna assaporava gli ultimi istanti della sua vacanza oramai al termine: erano state settimane rigeneranti, in cui aveva fatto scorta di affetto, di cibo (quanto le era manca... (continua) PAOLA SALZANO 13/06/2018 - 12:16 commenti 8 - Numero letture:982
Marzo 1942 Marzo 1942
Sildom Minunni 14/04/2017 - 19:55 commenti 1 - Numero letture:1052
Mia vita (la ragazza di Sant'Arpino) La vita è fatta di vizi e sfizi, tante fine e altrettanti inizi, è un girotondo intorno al mondo, ad ogni alba segue il tramonto a ogni notte un nuovo giorno, di diverso colore, con un nuovo sapore a volte sà di sale altre di mare, mi butto nell'acqua e ti vengo a salvare l'importante è non scordare che, finita l'estate delle lunghe passeggiate è tempo di voli per non sentirsi soli, e farsi consolare nel silenzio surreale di una sera autunnale col buio abissale e un freddo glaciale, sembrerà banale ma è un gelo che fa male, t'assale augustale attuale e atemporale, mai trascendentale, s'aggrappa alla bocca arcale virale e influenzale,con tosse catarrale.
Nel mio lungo viaggiare e girovagare tra lo Stato interiore e l'emisfero boreale in cerca del "Sacro Graal" (la ragion dell'essere), sotto il cielo australe quando stavo per mollare con gran soddisfazione trovai il mio "Ikigai". Raggiunsi subito Dublino ove, in compagnia d'un transalpino, un ucraino e un tr... (continua) Vincenzo Cassano 29/01/2019 - 16:48 commenti 2 - Numero letture:940
MICHELIN Il suo vero nome non lo conosceva nessuno.
Lo chiamavano così per via dell’insegna della sua officina, un vecchio locale ammuffito al pianterreno di una stamberga sulla via principale del paese, che sembrava dovesse crollare da un momento all’altro. L’insegna, poi, non era altro che un pezzo di un vecchio cartellone pubblicitario, quasi completamente sbiadito, di una nota marca di pneumatici, che lui aveva inchiodato al posto delle tavole della porta, in modo che di notte non entrassero i gatti randagi. Nessuno sapeva nemmeno quanti anni avesse. Me lo ricordo sempre uguale, sin dalle mie prime estati di “sfollato” cittadino durante le vacanze estive: tutto il santo giorno chiuso nel suo buggigattolo a sgobbare, apparentemente refrattario agli anni che passavano. Al piano terreno, c’era il classico bancone da lavoro, con la morsa ed attrezzi vari, oltre ad un trapano a colonna ed una smerigliatrice. Al primo piano non c’era mai stato nessuno, tranne forse i pipistrelli. Nemmeno lui... (continua) Paolo Guastone 10/11/2020 - 12:54 commenti 4 - Numero letture:565
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
Nosferatu NOSFERATU
Nel Campo della Rimembranza si poteva giocare, ma con qualche precauzione. Bisognava guardarsi dal vigile urbano che quasi sempre aveva qualcosa da ridire sul comportamento dei ragazzini. Quell’area verde, infatti, non era destinata al libero divertimento. Giuseppe Novellino 04/04/2016 - 19:22 commenti 8 - Numero letture:930
Nostalgia di Cicerone IL GINNASIO LICEO CELIO di Rovigo
Nel 1995 iniziai, ero uno scriccioletto, le superiori.. Ricorderò per sempre quello che provai il primo giorno di Liceo Classico; settembre del 1995. Una chicco di pepe finito per caso nel latte. Lillipuziano tra troppi Gulliver alto 155 cm…. pesavo poco. Entrò Vinicio il professore gigante che ci accompagnò per il ginnasio: Latino, Greco, le declinazioni, i pronomi relativi, verbi, coniugazioni che erano imperativi, insieme ai miei paroloni di obiezioni. Carlo Tracco 05/09/2017 - 09:06 commenti 0 - Numero letture:1358
nuvole Nuvole
Odo mugghiar questo vento corrado cioci 20/03/2018 - 19:11 commenti 2 - Numero letture:961
Ottavio Pratesi La sua casa era diventata una Sant'Elena, lui che aveva partecipato a giri d'Italia e tour de France con Binda e Girardengo, Calzolari e Bottecchia nell'epoca eroica del ciclismo sulle strade sterrate sulle quali correva da isolato, come chiamavano i corridori che non avevano squadra, facendo la sua corsa senza dover sottostare ad ordini di scuderia: era il capitano di se stesso.
La sua corsa era quella dei tre mari che vinse due volte. Tirreno, Adriatico, Ionio. “Dall'uno all'altro mar”. Come una punizione dantesca, dopo tanto vagare, abitava in una palazzina nei pressi della ferrovia, vicino alla stazione di Antignano e tutti i giorni attraversava i binari per fare solo poche centinaia di metri per andare al distributore che gestiva sull'Aurelia nell'ultimo tratto rettilineo verso sud, prima che diventi un serpente che avvolge il Romito. La bici un ricordo lasciato sulle strade polverose delle Alpi e dei Pirenei, ed ora solo un mezzo inutile, “chiuso in si breve sponda”, tra lo sf... (continua) Glauco Ballantini 15/03/2019 - 09:47 commenti 4 - Numero letture:1281
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