RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

Io, Jack lo squartatore


Toc! Toc!

Batteva il mio bastone sulle fredde e umide mattonelle di questa street dove la nebbia faceva da padrona.
Non più persone ma sagome passeggiano in quel buio tenebroso.
«Ciao bello! Vuoi passare una serata indimenticabile?»
Ah! Il canto delle sirene che bea le orecchie del povero Ulisse. Lungi da me cascare in questo torbido inganno. Sarò io stesso a decidere quale creatura godrà della mia compagnia.
Passeggio. Passeggio e passeggio.
Passo dopo passo in mezzo a quella nebbia fitta.
Meravigliosa città Londra per uno come me. Tetra. Buia. Fredda. Il paradiso per un servo degli inferi.
Serata misera. Ma ecco! Che meraviglia! Quei capelli neri pece. Che scendono lungo le spalline lasciate nude da quel vestito usurato dal tempo. Divina con quei suoi occhi verdi che bucano il buio. La sua gola scoperta cade sul suo petto formoso che danza al ritmo del respiro.
«Ciao tesoro. Vuoi venire a divertirti con me?»
Oh! Che tuffo al cuore. Mi prende la mano e mi trascina dietro l... (continua)


Edoardo Glorioso 26/04/2020 - 15:29
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Istantanee di morte (prima parte)


Prima tossì, poi provò a girarsi sul fianco, poi quando decise di alzarsi battè forte la testa e ricadde supina. Cosa stava succedendo? Dove si trovava? E perché non riusciva ad aprire gli occhi? No, aspetta…gli occhi erano aperti e allora perché non vedeva niente? Solo buio intorno a sé. C’era anche un’altra cosa che la preoccupava, sentiva che l’aria le veniva meno. Ma dove diavolo era? Provò a tastare con le mani intorno. Due pareti ai lati e una di fronte a sé. Provò a scivolare con le gambe in basso…un’altra parete. In preda alla disperazione provò a salire verso l’alto strisciando con le schiena. Chiusa. Era chiusa, senza via d’uscita. Calma, non bisogna farsi prendere dal panico. Ci doveva essere una spiegazione logica a tutto ciò. Respira piano, questo per il momento era l’unica cosa che le suggeriva il cervello, respira, respira e pensa, perché sei qui? Cos’è successo? Improvvisamente il ricordo la colpì come un pugno. Chiuse gli occhi e cominciò ad urlare, ad urlare e a urlar... (continua)

Seby Flavio Gulisano 31/01/2016 - 11:39
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Istantanee di morte (seconda parte)


Dal rapporto di Johnny Spirito, agente dei servizi segreti italiani, giovedì 17 dicembre ore 11:30

Ho individuato le ragazze. Chiara Rotella, nata a Roma il 14/12/1997 e Vanessa Cecchetto, nata a Vicenza il 5/11/1996. In questo momento sono alloggiate all’Hotel Zapter sito in Lange Gasse a Vienna (Austria). Non hanno mai lasciato la stanza da quando sono arrivate questa mattina alle 09:23 con il treno partito da Roma ieri sera alle 19:51. Tengono le finestre chiuse. Impossibile capire i movimenti all’interno. Attendo nuove disposizioni, intanto procedo con vigile attesa.

P.S. confermo che le ragazze hanno con sè la macchina fotografica.


Intercettazione ambientale da parte del movimento del Quarto Reich, venerdì 18 dicembre ore 02:40

Rumore di una porta che si apre e dei passi nella stanza. Poi la voce di un uomo:

<< Non possiamo restare a lungo qui, è evidente che non ero solo io a seguirvi… >>

Una ragazza piange in modo disperato:

<< Ma chi sei... (continua)


Seby Flavio Gulisano 01/02/2016 - 23:38
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L'ascensore


Oggi è il mio primo giorno di lavoro alla Duke & Nuke, una società finanziaria con sede a New York, precisamente a Hell's Kitchen un quartiere di Manhattan. Dopo una laurea conseguita a pieni voti, aver trovato un lavoro in una sede così prestigiosa, la cosa mi inorgoglisce. Prospetto un ottimo stipendio, una carriera assicurata e otto comode ore lavorative. Un pacchia.
Non potevo desiderare di meglio e per tutto questo sarei disposto a vendere l’anima al diavolo.
Attualmente mi trovo in una sala d’aspetto del sessantanovesimo piano e da quassù c’è un panorama che lascia sbalorditi. Sono dannatamente felice.
«Freda, è pregato di andare giù al sesto piano, il capoufficio Damien le fornirà i ragguagli in merito al suo incarico.» mi invita Fiamma, la segretaria di origine italiana, chiudendo l’interfono.
Mi alzo dal divano in pelle e faccio cenno di sì alla ragazza, accompagnato da un occhiolino. La guardo, è molto bella, e per di più ha una finta aria da santerellina. Ci farò un ... (continua)

Giuseppe Scilipoti 02/03/2017 - 15:50
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L'autobus


È stata una uggiosa giornata di lavoro in ufficio. Il cielo nuvoloso ha costretto a tenere quasi sempre le luci accese nei locali. E ora si è messa anche la pioggia.
Carlo Maria Tutarelli, ultracinquantenne impiegato del catasto, aspetta alla fermata. L’impermeabile e il cappello sono già completamente bagnati. E il 66 tarda ad arrivare. L’orologio sulla torre della piazza segna le 17.45.
Ma ecco l’autobus sbucare dall’angolo di via Cavour. No, non è il suo, ma il 32-Circonvallazione Est. Tutte le persone che erano in attesa chiudono gli ombrelli e salgono.
Solo lui rimane a terra.
Un suv passa molto rasente al marciapiede e gli spruzza addosso l’acqua untuosa di una pozzanghera.
- Maledizione! – impreca.
Poi l’irritazione si stempera perché il mezzo pubblico sta arrivando.
Sì, è proprio il 66.
L’impiegato Carlo Maria sale con un balzo e si siede nel primo sedile che trova libero.
Un sospiro di sollievo. In un quarto d’ora al mass... (continua)

Giuseppe Novellino 26/11/2015 - 12:10
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L'uomo che vendicò la sua morte


L’UOMO CHE VENDICO’ LA SUA MORTE

La luce del tardo pomeriggio allungava le ombre degli alberi.
All’orizzonte dell’arida pianura si profilavano le prime case di Sonora, ultima tappa del viaggio che lo aveva portato da Abilene fino a quella squallida contrada del Texas sud occidentale. Laggiù avrebbe certamente incontrato quel tale che ingaggiava cowboys per il trasferimento delle mandrie appartenenti a Rothman & Bronson. Un lavoro faticoso ma sicuro, l’unico che sapeva fare.
Gerald Plant spronò il cavallo e si diresse al piccolo trotto verso la sua meta. Aveva abbandonato la pista principale per prendere una scorciatoia. Così si trovò a entrare in paese dal lato nord e non dall’accesso orientale della via maestra.
Voltò l’angolo di una casa e si fermò davanti alla bottega del maniscalco.
Un uomo tarchiato batteva un ferro con calma.
- Ehi, amico – lo interpellò
Quello distolse lo sguardo dal suo lavoro. Aveva due occhietti sospettosi, picc... (continua)


Giuseppe Novellino 21/08/2015 - 19:33
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LA CHIESA BIANCA


Ce la trovammo davanti un tardo pomeriggio di una estate lontana.
Faceva così caldo da far desiderare di togliersi la pelle pur di sentire un po’ di refrigerio e noi, appunto, ce ne stavamo tornando a casa dopo aver sguazzato beatamente in uno dei tanti fossi del circondario.
Non era la prima volta che la vedevamo, naturalmente, ma, quel giorno, ci eravamo spinti fino quasi al fiume e fu quindi inevitabile che ci passassimo proprio accanto.
Non sembrava una chiesa vera e propria. Assomigliava più ad una cappella votiva, un tempietto in stile barocco, perfettamente circolare, con in cima una cupola, come se ne vedono tanti in giro, che dell’originario colore bianco serbava chiazze di ricordi ammuffiti qua e là.
Se ne stava tranquilla in mezzo ai campi, proprio sull’argine. Muta, come un fantasma che guarda attraverso le sue orbite vuote, richiamava a pennello storie di altri tempi, di epoche lontane, storie da narrare a lume di candela dopo aver sprangato la porta per bene.
Un bosc... (continua)

Paolo Guastone 26/05/2021 - 15:39
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La diserzione


LA DISERZIONE

Quando Joe Summers arrivò a Parsons, non sapeva che il posto si chiamava così. Ma lo scoprì ben presto, leggendo la targhetta su quella che doveva essere l’abitazione del sindaco.
Non c’era anima viva, quel tardo pomeriggio, mentre il sole si faceva basso all’orizzonte. Le viuzze deserte si intersecavano separando bassi edifici, alcuni dei quali avevano un giardinetto davanti all’ingresso, circondato da una staccionata. Sopra di essi spiccava il campanile di una chiesetta.
L’afa era insopportabile. Quelle giornate di fine agosto rappresentavano l’ultimo capitolo di un’estate caldissima. La prima estate di guerra. Ma questo a Joe non interessava più. Lui aveva disertato, era riuscito a cambiare i connotati fisici, se non altro indossando abiti civili che aveva rubato in un emporio dalle parti di Woodstock. Era entrato con la sua uniforme blu di soldato dell’Unione e senza mezzi termini aveva detto al negoziante che doveva requisire degli indumenti ... (continua)

Giuseppe Novellino 09/07/2015 - 19:14
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La marcia santa - parte III - Ultima


Novembre volgeva quasi alla fine e mentre tornavo a casa da lavoro pensavo che avrei dovuto lavare i vetri delle finestre: dopo gli ultimi temporali le macchie si erano fatte più grosse. Avevo lasciato le ricerche in biblioteca, mi accorsi, frugando nello zaino. Poco male, non avrei avuto tempo stasera. Infilai la chiave nella toppa e girai. Una volta entrato lasciai tutto sul divano, posai le chiavi, e mi diressi subito in cucina. Erano quasi le otto, stavo morendo di fame. Aprii il congelatore, preparai la padella con un filo d’olio, qualche condimento, misi a scongelare la carne e intanto mi versai un bel Chianti nel calice, dimezzando la bottiglia già iniziata sere prima. Avrei dovuto comprare un’altra bottiglia prima di tornare, non sarebbe bastata per due. Mentre la carne scongelava a mollo nell’acqua calda, andai a preparare la tavola; volevo che fosse perfetta, e per l’occasione tirai fuori le candele rosse, la tovaglia buona, il servizio blu e i calici, per il vino, quel poco ... (continua)

Matih Bobek 12/11/2021 - 22:27
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La musica è finita


Anche se non tutti erano arrivati al ballo in orario, l’orchestra in fondo alla sala aveva già dato inizio alle danze. Un’intera sezione di fiati e archi era posta su una piccola piattaforma rettangolare fatta di vecchie assi di legno e se non ci fosse stata la musica si sarebbero sentiti tutti i lamenti del legno appesantito. Solo il direttore d’orchestra era in piedi sul pavimento della sala. Da quella posizione muoveva agilmente la bacchetta bianca in un vortice di onde musicali che fluttuavano nell’aria. La musica quella sera era bella e giungeva fino all’ultima casa del quartiere, quella in fondo alla strada. Non c’era un vero e proprio codice d’abbigliamento, quindi al tavolo delle bevande si poteva incontrare la regina d’Austria, con il suo vestito bianco rosato e il suo diadema scintillante, o il ragazzo di campagna con camicia e berretto. I ragazzi come lui erano al ballo per convenienza e presto in gruppetto si sarebbero isolati nei pressi della porta del bagno delle ragazze... (continua)

Federico Torelli 26/11/2017 - 19:55
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