Sono partito per le stelle,
lassù,
chissà se tornerò,
chissà quando,
lassù
nello sterno del cielo,
una spilla appesa alla notte,
solo,
scollegato,
liberato,
con i piedi
che solleticano il vuoto,
e le mani,
ornamento dei Pianeti,
poi il mio corpo d'asteroide
confuso in una scia di lune,
e infine il mondo
che da quassù è una palla,
una lucida biglia,
ne ho coscienza solo ora,
ora che è piccolo
e ruota nelle mie mani.
Sono partito per le stelle
e tornerò,
un giorno,
e ti parlerò come fa
la primavera a timidi
boccioli di pesco e rosa,
e mi vestirò
della risacca del mare
come fa luglio
nella calura
dei suoi giorni,
e avrò il rumore
della pioggia ad aprile
nel selciato
delle nostre premure,
e ti ascolterò,
ti ascolterò come
fa una notte d'estate
con il fragore delle feste,
e sarò una brezza
che gioca con le nubi
dei tuoi umori,
un giorno,
ma ora
lasciami qui,
a percorrere
la rotta di una costellazione,
a scoprire che
non esiste alcun paradiso
se non accettare se stessi,
e che si può ruotare
intorno alla vita
come le stagioni
seguono il mondo
e ti dirò,
una volta tornato,
che no,
non mi sei mancata
di meno tu,
ma di più me stesso.
lassù,
chissà se tornerò,
chissà quando,
lassù
nello sterno del cielo,
una spilla appesa alla notte,
solo,
scollegato,
liberato,
con i piedi
che solleticano il vuoto,
e le mani,
ornamento dei Pianeti,
poi il mio corpo d'asteroide
confuso in una scia di lune,
e infine il mondo
che da quassù è una palla,
una lucida biglia,
ne ho coscienza solo ora,
ora che è piccolo
e ruota nelle mie mani.
Sono partito per le stelle
e tornerò,
un giorno,
e ti parlerò come fa
la primavera a timidi
boccioli di pesco e rosa,
e mi vestirò
della risacca del mare
come fa luglio
nella calura
dei suoi giorni,
e avrò il rumore
della pioggia ad aprile
nel selciato
delle nostre premure,
e ti ascolterò,
ti ascolterò come
fa una notte d'estate
con il fragore delle feste,
e sarò una brezza
che gioca con le nubi
dei tuoi umori,
un giorno,
ma ora
lasciami qui,
a percorrere
la rotta di una costellazione,
a scoprire che
non esiste alcun paradiso
se non accettare se stessi,
e che si può ruotare
intorno alla vita
come le stagioni
seguono il mondo
e ti dirò,
una volta tornato,
che no,
non mi sei mancata
di meno tu,
ma di più me stesso.

Da Matih Bobek
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Commenti
Sei l'astronauta di un mondo fantastico
Bellissima. Hai la poesia dentro!
Nicol
Bellissima. Hai la poesia dentro!
Nicol


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Molto bella...un viaggio fantastico, introspettivo e sagace. Auguri!






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