prendo la tua faccia tra le dita e la spingo in giù verso le mie labbra,
sento un sapore mellifluo e invadente,
che mi costringe ad allontanare il tuo sguardo.
Ci sono ancora stati assassini e colpi di stato,
hanno dissotterrato le asce,
segnato nuovi cammini,
seguito altre tracce.
Sul crinale hanno incontrato il nemico.
Si sono acquattati a terra per non essere visti.
Una rossa nuvolaglia indaga un cielo pronto al tramonto,
mentre moschetti e mortai sono pronti a sparare.
Intanto io ti stringo forte a me,
sento le tue gambe serrare il mio sesso. 
Ho la sensazione di averti in pugno,
di poter esigere il tuo amore una volta per tutte.
Sui fianchi della montagna c’è odore di morte,
ci sono cadaveri immobili che sono pregni di fango,
avvolti in uniformi insanguinate e i cappelli intrisi di mota
tutto fa pensare a un non so che di terminato, di concluso.
Siamo al sicuro, qui tra le coperte, la guerra è lontana.
Possiamo passare il tempo a godere del nostro piacere,
a sentire i miasmi dell’amore incontrarci e possederci.
Possiamo perdere ogni cognizione di tempo, di spazio, di luogo.
Il peggio è passato, il nemico non è riuscito a entrare in città,
abbiamo mostrato una gloriosa resistenza.
Mentre si tumulano i morti
io ti guardo negli occhi e ti dico che t’amo.
            
Poesia scritta il 29/08/2017 - 13:05Voto:  |  su 7 votanti  | 
	
antonio girardi  
 30/08/2017 - 14:57 Stupenda
  
  
laisa azzurra  
 30/08/2017 - 12:42 
 Giulio
enio2 orsuni  
 30/08/2017 - 11:21 
andrea sergi  
 30/08/2017 - 10:24 
Raffaele Pezzano  
 30/08/2017 - 10:15 
Giulia Bellucci  
 29/08/2017 - 23:10 
ANNA BAGLIONI  
 29/08/2017 - 22:23 
GIANCARLO   "LUPO" POETA  DELL  
 29/08/2017 - 22:03 
                        


