Estensione (come son io della follia…)
guardo l’acqua scorrere,
e con lei l’ansia cadere nello scarico.
Come se altro non fosse che la fatica di vivere.
La quotidianità stenta a star seduta nei miei versi,
così capita che le parole non appena provo
cauto a togliere dal foglio la penna camminino via.
E quello torna bianco, è irritante.
Simili a tante formichine.
Ricordo che da bambino non mi piaceva tanto
lavarmi la faccia, così finivo per andare a scuola
con i sogni appiccicati alle ciglia…
riappoggio la punta, ed eccole
balzellare di nuovo vicine vicine.
Solo un cenno, bentornata poesia.
Certe volte dal trapezio dietro al cuore
si libra tra le braccia dei fili del telefono
nella strada vuota la mia follia.
(…se ci sei batti un colpo)
“Chiamami con il mio nome, poeta”
<E come!?>
“Chiamami prosa”
-questa rivisitazione della poesia che qualche giorno fa ho cancellato (per motivi già espressi) si ispira a parte del commento dell’amica autrice Maria Luisa Bandiera che ho custodito gelosamente “L'incipit già da l'idea di questa lirica che mi sembra un poco come in prosa, quasi un piccolo racconto dei tuoi pensieri”

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Ma noto anche ansia in ricerca frenetica, è forse questo che fa di te un poeta.



P.S. Avrei voluto farti una domanda,ma alla mia richiesta nella messaggistica non hai risposto, non è comunque molto importante. Ciao.















Grazie



Trovo che ora è più lunga e più completa e secondo me riesci tra un verso e l'altro a coinvolgere nelle tue stesse emozioni o sensazioni.
Spero di aver scritto in modo comprensibile ciò che intendo dire.



