Avrei voluto spargere il mio seme
negli anfratti della dea Circe,
per dare origine a mitologica progenie
sfidando numi dal passato ambiguo.
Avrei voluto diffondere mie sinfonie,
note concrete affidate al vento,
ruggiti sincroni di leoni a tre teste,
giano bifronte, mai domo, mai identico.
Come piccola rondine, implume,
che non riesce, ancora, a volare,
erro invece per l’aere, novello Icaro incerto,
con i dubbi di una smarrita esistenza.
            
negli anfratti della dea Circe,
per dare origine a mitologica progenie
sfidando numi dal passato ambiguo.
Avrei voluto diffondere mie sinfonie,
note concrete affidate al vento,
ruggiti sincroni di leoni a tre teste,
giano bifronte, mai domo, mai identico.
Come piccola rondine, implume,
che non riesce, ancora, a volare,
erro invece per l’aere, novello Icaro incerto,
con i dubbi di una smarrita esistenza.
Poesia scritta il 21/07/2021 - 17:14Letta n.715 volte.
			
			
	        Voto:  |  su 3 votanti  | 
	
Commenti
Ho votato per 5 stelline e ne compare una, mi dispiace che l'illetterato colpisca a suon di stelle mancanti! 

genoveffa genè frau  
 21/07/2021 - 22:31 --------------------------------------
I dubbi fanno parte dell'essere umano e si vorrebbe ciò che non è umanamente possibile, la forza si deve trovare in se stessi, nessuna esistenza è vana.
Intensa e significativa!
Intensa e significativa!

genoveffa genè frau  
 21/07/2021 - 22:29 --------------------------------------
  
            
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