Mi chiamo Giufà e son di Girgento
unico figlio di seme del vento
volato quassù tra il muschio e le pietre
dove per caso passava mia madre.
unico figlio di seme del vento
volato quassù tra il muschio e le pietre
dove per caso passava mia madre.
Mi chiamo Giufà ed ho quattro amici
oltre ai cani ho pure una bici
rovistata per caso tra i cassoni
senza manubrio né copertoni.
Mi chiamo Giufà e nessuno m’ascolta
nessuno mi parla nessuno si volta
eppure esisto son carne ed ossa
anche se ho fame non scippo la borsa.
Mi chiamo Giufà e so fare il pagliaccio
col naso adunco e l’occhio sguincio
mi taglierei finanche l’orecchio
per cogliere almeno un sommo pernacchio.
Mi chiamo Giufà e col pane inzuppato
tutte le lacrime ho consumato
adesso che crepo di fame e di sete
s’inchina il fossore vestito da prete.

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Commenti
Amara e bella.


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Che bellezza Francesco, tanti complimenti.






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FRANCESCO....Giufà siculo è ??? Nooo perche scavargli la fossa, mi stavo affezionando è di una simpatia unica....tu sei il creatore a te spetta la chiusa.
Bravo come sempre ciao




















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Molto bella e amara.
Complimenti per lo stile!
A rileggerti, ciao

Complimenti per lo stile!
A rileggerti, ciao




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Ma che bella, ha del ritmo e una storia affascinante!! Complimenti!! 



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