Scheletrici,filiformi  spogli,
si stagliavano gli alberi  nell' ultima luce .
Di gia' era scesa una fumosa nebbia  che si sposava con il manto vespertino.
Attosca  in ogni angolo  questa  coltre  sanguigna  ,con greve scendere .
Il gracchiar delle cornacchie accompagnava il lento finir del giorno 
Quando  tutto s' era  converto  della falce notturna,e il.molle   incedere  dell' uggiosa nebbia ,
rendea   d' altro colore , Acli  affossa  nei pensieri  ,
nel lago del cor che tanto langue 
mi sentii perso  .
Quando l' uom cerca il bene , l' amor ,
più lo perde  per suo difetto .
Si deprime  e vien alla mente  che il mal  
spande  il suo seme.
Viver e morir doppia faccia 
dell' umana  stanza ,
l' un segue l 'altra ,
come l' autunno si piega all 'inverno.    Ciascun teme l'eterna tenebra ,
di sparir qual la novella brina al mattino  
Oh dolci rimpianti   di brevi momenti!
Al tempo dei materni abbracci siamo  pien di speranza , gai della giovinezza all 'opra della vita intenti  ci spendiamo in mille disii 
Ma quando  la canizie  imbianca ce il dolor 
del tempo perso .
Tu natura  risana i nostri dolori e le vane speranze  di vivere oltre il giorno. 
Soffoca  e non da spe' tutto  si cela al suo .volto  della ferrigna nube 
Così  s 'ammuta  la natura  d 'intorno 
e con essa ogni sospir.
Corrado cioci
            
Poesia scritta il 14/03/2023 - 08:38Voto:  |  su 0 votanti  | 
	
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