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La notte e le sue inquietudini

Zampeggiando tra i vicoli
e palazzi,
alla ricerca dell’identità perduta,
la notte fugge via
stuprata ad oltranza dai decibel
oltraggiata dai fanali
e dalle insegne metropolitane
impaurita da chi ha paura di lei


mentre
dalle viscere di un sotterraneo
sbuffi d’aria lercia
esalano dalle fessure incrostate
d’una grata arrugginita
a ristoro di mani anchilosate:
appendici di tegumenti
relegati in sarcofaghi di cartone.



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Poesia scritta il 25/11/2024 - 10:02
Da Francesco Scolaro
Letta n.188 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Bellissima quest'immagine della notte che zampeggia. Flash di una notte un po' cupa,ma poeticamente validissima. Bravissimo. Ciao

santa scardino 28/11/2024 - 15:05

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Profonda descrizione sulla notte, io abito fuori paese e non sento i rumori della città

Mary L 26/11/2024 - 21:42

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La notte vive nei tormenti, prigioni sotterrate dal silenzio impaurito che parla di lei, delle sue mani legate e dalla paura degli abbandonati nella morte. Molto profonda e sentita

MARIA ANGELA CAROSIA 26/11/2024 - 18:55

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Fortunatamente esistono ripari pubblici e almeno da me, pochi dormono fuori di notte. Cmq una descrizione della notte ai nostri giorni molto attuale e precisa. Complimenti.

Anna Cenni 25/11/2024 - 18:27

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