Parole in libertà
RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Il commutatore (monologo semiserio) Si è rotto il commutatore, quel marchingegno cerebrale che filtra e devìa le emozioni; mandando il sorriso per le cose belle e le lacrime per le cose brutte.
S'è rotto! Ho controllato le connessioni, cambiato qualche capocorda e un paio di for-box. Mi sono perfino rilasciato (da buon elettricista) il Certificato di conformità. Nonostante ciò, mi ritrovo a scrivere cose tristi col sorriso in bocca e a versar lacrime scrivendo scanzonato. Il commutatore s'è cambiato d'uso diventando "miscelatore". Io, sono una persona seria, integra, direi quasi integrissima... ma mi cacciano dal Sito, meglio integerrima. Allora che fare? Scrivere cose semiserie, tragicomiche? Così da poter piangere ridendo? Non so! Potrei anche smettere di scrivere. Ma sarebbe una tragedia e al solo pensarci mi metterei a ridere. Capite, ora, il mio dramma? Non è facile! È come amare la suocera. Non si puo! Non si può e basta! Non me ne vogliano, adesso, le suocere. Io adoro la mia...? Solo,... (continua) Loris Marcato 03/09/2016 - 12:40 commenti 8 - Numero letture:1120
Il conto Un conto è se Conte mette in conto che, se va alla conta con un controcanto inquietante che incanta, sarebbe proprio contento perché carta canta ed un conto è se accanto a qualcuno che canta, dopo aver avuto un acconto, si accontentasse alquanto senza tenere il conto del quorum e del quantum... eh che cacchium...!!... (continua)
Ferruccio Frontini 13/01/2021 - 06:15 commenti 0 - Numero letture:537
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
IL FANTASMA DELLA BIBLIOTECA Pioveva a dirotto e Jenny era di corsa. Avrebbe fatto di tutto pur di trovare un riparo. Come sempre, ogni volta che pioveva a quel modo il paese si allagava. Lì proprio sull'altro marciapiede a pochi passi, o forse sarebbe stato meglio dire a poche bracciate, c'era la vecchia biblioteca. Era un palazzo antico, che sorgeva nella piazza centrale, ed era raggiungibile da più strade laterali. Per questo era stata scelta, ma da due anni, era chiusa. Sospirò, la pioggia aveva preso a cadere ancora più forte. Esitò un attimo, poi attraversò. L'edificio era stato chiuso perché si diceva che lì ci fosse un fantasma. Lei non ci credeva, ma di sicuro non aveva un aspetto accogliente. Sospirò ancora, era zuppa fino al midollo e un posto asciutto era tutto quello che le occorreva.
Entrare era stato più facile di quel che credeva. Fece qualche passo all'interno, l'ingresso era buio e tetro. Sapeva che quando avevano aperto la biblioteca, avevano accatastato i mobili in soffitta, e nelle stanze ... (continua) Marirosa Tomaselli 15/12/2018 - 10:57 commenti 0 - Numero letture:810
Il fesso Frivolo come un fringuello su un ramo di fico fiorone in una folta foresta di faggio a Foggia, mi infervorai fortemente infornando una focaccia di farro in un forno di ferro difettoso, fornitomi da un fabbro furbacchione di Firenze, afflitto da una rara forma di foruncolosi falciforme e da forfora infestante ai follicoli frontali.
Finalmente mi defilai da questo fastidio e, preso dalla fame, mi infilai frettolosamente in uno sfavillante fast-food dove ordinai un piatto di fave fritte, della fontina fusa al profumo di fiordaliso, un filetto di Fassona con fonduta di finferli, una fondina di fragole al fruttosio e una caraffona di Fanta. Poi, preso da irrefrenabile frenesia, feci ogni sforzo per creare la Fondazione ferrotramvieri favorevoli alla fermentazione forzata dei formaggi di fossa della Val di Fassa. Purtroppo la festa fini' con una fatale discussione con un facinoroso farabutto, forte fautore dei formaggi francesi, il quale mi gonfio' come un fiasco di Frascati, feren... (continua) Ferruccio Frontini 09/12/2017 - 12:18 commenti 0 - Numero letture:1008
IL GELATO IL GELATO
“Dai tesoro andiamo a casa, si sta facendo tardi! “. “ No mamma, andiamo a prendere un gelato al chiosco laggiù!”. “No Leo è quasi ora di cena. È tutto il pomeriggio che siamo qua, via ”. Il parco andava man mano svuotandosi, mentre le chiome dei pini cominciavano ad esser sfiorati dal rosso del tramonto. Il viale di ghiaia tra le aiuole aveva un colore strano, la tinta terrosa sembrava man mano svanire per fare posto al carnato del cielo. Il bambino, chiuso nel suo cappottino azzurro, continuava a frignare “Per favore mammina! Non ci siamo mai stati in quel bar!”. La madre, stanca delle lamentele, alla fine accettò e insieme si diressero verso il chioschetto. Entrando, fu subito rapita dal barista. Il ragazzo dietro al banco era un giovane sulla trentina, castano, di media statura, ma dalle spalle larghe e possenti. La camicia bianca gli risaltava i muscoli delle braccia e del petto e suoi occhi erano molto scuri, tanto da dare allo sguardo un aria ammaliante e tenebros... (continua) Damiano Gasperini 10/03/2021 - 15:57 commenti 0 - Numero letture:575
il giardino dell'anima IL GIARDINO DELL’ANIMA
Caduto in un sonno che ai sensi tolse poter, camminavo d’incanto in un bel prato,ove ordine e armonia cantavan in cor li senti vibrar la coscienza mia. Nel far del giorno sorgeva la stella e irradio di sua luce l’universo Mi prese tal gioia che mi sentii perso. Era il giardino dell’anima quando nasce pura e casta Dal primo pensier che l ha creata Il sentier s’adornava di tanti e tali fior che non potevo Toglier lo sguardo da tal miraggio. Mazzi di gialle margherite mi accompagnavano il passo, di lontano sentivo l’aroma del violaceo glicine che s’adagiavano su argentei ulivi. Scorsi, in quella aurea una donna Di bianca veste,che mi sorrise ,con lei mi fermai a Ragionar del nostro essser creature,or fallaci or fanciullesche. Tant’era il disio di comprender quel mondo Che la fatica non era d’intoppo. Tra l’erba una madre che s’adorno le spalle Di rossa lana e un pargol al sen tenea, vidi quella figura, che tanto mi prese che quasi restai il m... (continua) corrado cioci 08/04/2016 - 11:01 commenti 1 - Numero letture:1065
Il grande giorno Claudia era da più giorni di pessimo umore. Le meraviglie
della città, che vedeva per la prima volta, la distraevano per qualche ora, ma poi ripiombava nella solita tristezza. Io, che ero avvezzo a vederla sempre serena, passando i suoi giorni da un sorriso ad un altro sorriso, le avevo chiesto già più volte: - Ma che cosa hai, amor mio? Ti senti male? Ti senti stanca? Vuoi forse riposarti per qualche giorno dalle nostre continue escursioni? Ed essa rispondeva seccata, con quel piglio che rende quasi sempre impossibile l'insistenza della domanda: - Non ho nulla, mi sento benissimo. Un giorno però alla domanda Ciro aggiunse anche le carezze e a tante forze alleate messe insieme, ella non seppe, non poté più resistere. - Ecco qui perchè io sono di cattivo umore. Tu mi hai detto sempre che la prima prova di amarsi e di vivere una vita sola in due era quella di non avere il più piccolo segreto l'un per l'altro. E mi hai ripetuto non so quante volte, che la prima bugia dett... (continua) Savino Spina 24/06/2016 - 15:08 commenti 2 - Numero letture:1084
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