RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



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Pieve Solinga(prima parte)

Pieve Solinga, un piccolo borgo montano nel quale mi trovo, residente forzato, da quasi dieci anni. Pieve e i suoi abitanti, circa duemila cinquecento, dei quali io sono ormai confessore oltre che medico, infermiere e consulente familiare.

Questo luogo isolato e solitario, da qui il nome, dista dalla città più grande circa settanta chilometri, non molti a dire il vero, ma abbastanza per questa gente chiusa ed enigmatica che vive e si muove tra la nebbia e le nuvole che spesso avvolgono l’intero paesello.

Settanta chilometri, la giusta misura, perfetta per sentirsi unici, appartati. Settanta chilometri che si possono, volendo, percorrere per raggiungere il resto del mondo, dove servirsi e rifornirsi come in un grande magazzino, dal quale fuggire poi, veloci così come si e’ arrivati, per tornare in quel nido non sempre caldo, quasi mai tranquillo che e’ Pieve Solinga.

Borgo austero, Pieve, nel quale hanno fatto naufragio personaggi a dir poco strani e misteriosi, come A... (continua)


Marina Lolli 24/09/2017 - 11:28
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Pieve Solinga (parte seconda)

Come ogni mattina mentre preparo il caffè, il vecchio capraio attraversava il lungo viale davanti casa mia, preceduto dal suo piccolo gregge, dieci capre e quattro capretti, Bartolomeo Scibetta cosi si chiamava il pastore, era arrivato al borgo molti anni prima, ma nessuno ricordava veramente quando, un uomo spigoloso, dall’ età indecifrabile. Aveva scelto di abitare fuori dal paese in un vecchio casale abbandonato che aveva in parte riadattato per le sue modeste necessità.

Un locale abbastanza grande che fungeva da cucina e sala da pranzo, con un grande camino, una cameretta con un lettuccio malandato illuminato da una candela minima quanto basta per non inciampare.

Aveva acquistato due capre che allevava con cura e che avrebbero dovuto soggiornare in una specie di piccola stalla accanto alla porta d’ ingresso, ma poiché le porte non si chiudevano mai, spesso frequentavano la cucina soggiorno in cerca di compagnia e di calore. Quando avevano fame brucavano liberamente nei din... (continua)


Marina Lolli 26/09/2017 - 19:39
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Essere e divenire

Maria sbrigati, che e’ tardi, l’autobus passa tra dieci minuti, e se lo perdi dovrai aspettare mezz’ora, se sei fortunata.
Ogni mattina la stessa solfa, corro, corro sempre, correvo per andare a scuola, ...a piedi s’intende, cosi i soldi dell’autobus li avrei usati per la merenda, e ora corro a lavorare in mensa.
Lavo i piatti sporchi di chi in questa grande azienda guadagna millecinquecento euro già al primo stipendio, lavo pentole più alte di me e mi spello le mani con acidi e detersivi che insieme allo sporco si portano via la mia pelle. Non mi tiro mai indietro, qualsiasi lavoro ci sia da fare io ci sono.
Maria corri c’e da preparare il coffee break, Maria hai preparato i secondi freddi? E i formaggi? E la frutta? Maria domani devi fare gli straordinari...
1500 persone affamate , ma di una fame stupida, quella fame che gli fa disprezzare cose che altri divorerebbero, uomini e donne che si avvicinano al cibo con aria quasi disgustata, e che ti dicono “signora ma oggi n... (continua)

Marina Lolli 12/06/2017 - 00:03
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Stella

La ruche del piccolo vestito azzurro svolazzava al fresco vento di fine estate, e la piccola Stella aggrappata alla tua gamba emetteva gridolini di gioia per l’ inaspettata uscita mattutina. Avevi deciso che era venuto il momento per te di tornare al lavoro, dopo un anno e mezzo trascorso in casa ad accudire la tua bimba e a digerire la sua disabilità, un anno e mezzo passato ad osservare quel batuffolo che nessuno mai avrebbe detto malata. Riccioli biondi ad incorniciare un visino sveglio, occhi azzurri e luminosi già pieni di perché. Un'unica cosa tradiva quella perfezione: la lentezza e la difficoltà nel compiere anche il più semplice dei movimenti.

Tornare al lavoro avrebbe significato dover lasciare la piccola in un asilo per molte ore ed era palese che nessuna scuola materna, comunale o statale, avrebbe accolto Stella oltre le sedici e tu col tuo pazzo orario di lavoro dovevi poter contare su ben altro. E quella mattina l’ avreste dedicata alla ricerca del posto perfetto. C... (continua)


Marina Lolli 27/01/2017 - 15:49
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Festa col morto

Non avrei mai immaginato che partecipare a una festa di addio al celibato mi avrebbe distrutto così,
ho quasi l’ impressione di aver dormito per giorni, e ancora non riesco a svegliarmi.
Alzarsi al buio, muoversi piano, non far rumore, e questa maledetta porta che non vuole proprio aprirsi...
In questo buio cercare i vestiti non è facile, e le scarpe poi chissà dove saranno, va beh, a quanto sembra ho ancora indosso i vestiti di ieri, o l’ altro ieri, meglio non far casino, e non svegliare nessuno.
E’ tardi, assolutamente tardi, devo correre alla fermata. Correre? Con quest' affanno? Certo che devo averci dato giù di brutto alla festa, ho le gambe pesanti, mah, sarà l’ età.
“ Buon giorno maestro chi non muore si rivede”
“ Buon giorno professore, già al parco cosi di buon ora?” Certo la vecchiaia e’ una brutta bestia, che ci farà mai il professor Grimaldi al parco alle sette di mattina? E poi il professor Grimaldi, ma non stava li lì per andarsene due settimane fa?
L’ edicola, il... (continua)

Marina Lolli 07/01/2017 - 22:45
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