RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Mattino II

Ogni giorno, intorno alle quattro si sveglia, va in bagno e si rimette a letto per dormire ancora un po' prima del lavoro.
Non sei in grado di cambiare, ti sei fatta inglobare da un coacervo di quotidianità, nevrosi e follia.
Solo una povera pazza non lo manderebbe via di casa.
Hai paura di essere sola. Hai paura della tua incolumità, ti ci sei messa tu, che vuoi? Escine.
Ora che ti senti in scacco prova a pensare se c'è qualcuno che ti può aiutare.
Inetta, nel suo più ampio significato.
Dicono che quelle come te devono prenderla grossa per muovere il culo.
Allora? Magra e flaccida, senza tono muscolare e triste al punto da intristire, cosa vuoi fare?.
Poi si alza e smette di tentare di riaddormentarsi. Si iperattiva, caffè, doccia, trucco. Il cervello continua muoversi e stanca ancora, fa sentire il peso del tempo insonne aumentando il carico delle parole che le sono passate dalla testa.
Lui si sveglia, invade il suo spazio, entra in bagno le parla, fa rumore con le sue inuti... (continua)

ellis lio 12/01/2016 - 21:54
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Un secondo fa

Rifletto come un vetro la luce che filtra dal balcone.
Mi illumino con il pensiero e cerco d cogliere il nucleo di un'idea che non conosco.
L'idea conserva la sua anima dentro una custodia al centro del cranio.
La immagino li pronta ad aumentare l'intensità di questo
to flusso di coscienza che mi sta trascinando in parole che più che scritte si disegnano di fronte ai miei occhi e come una musica si lasciano suonare dalle dita, fino a lasciarmi affogare da un grande nulla.
Il nulla che allontana chilometri dalla vita ma non si conclude con la morte, solo prosegue e striscia nelle crepe dello stato naturale di un'infelicità ancestrale.... (continua)

ellis lio 13/01/2016 - 22:46
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Davvero vuoi?

La faccia a terra mi sollevo col soffio del mio respiro e mi stacco dal corpo.
Comincio a passare il suolo mischiandomi alla terra. Aspetto i passi delle persone per sentire le vibrazioni che mi da questo contatto.
Ogni passo, ogni porta, il calore della luce del lampione, le radici dell’albero che sento nutrirsi.
Sordo cieco senza bocca m’insinuo come un rivolo d’acqua negli anfratti più spaziosi ma non trovo posto.
Non sento non vedo non ho alcun sapore.
Sentire per girare la chiave, aprire la porta e rientrare nel corpo spoglio di ogni strumento per rimettersi in moto.
Come una paresi dell’anima che necrotizza ossa e muscoli.... (continua)

ellis lio 16/01/2016 - 19:49
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Aspettative

Ti aspetti una conclusione. Vuoi un buon incipit, un inizio interessante, contenuti e un finale che non deluda.
Ogni storia è dettata in buona parte da regole. Ma le parole che fremono nel cervello devono o possono seguire linee guida?
O si espandono nell’aria cadendoti addosso con la leggerezza della neve e con la sua stessa solubilità si disperdono quando le riesci a toccare.
Capire cosa significa. Capisco cosa mi vuoi raccontare, ho intuito il concetto che volevi trasmettere.
E allora?
Sei sicuro di aver capito?
Se ti racconto la storia di un bambino che non mangiava molto poco.
I genitori, quelle volte che rientravano dal lavoro, si preoccupavano di questa inappetenza con la tutrice di questa casa per bambini con genitori stacanovisti.
All’asilo non si rifiutava il cibo, se non mandavi giù un boccone, ti lasciavano anche tutto il pomeriggio in un antibagno, fino a quando non ingoiavi.
Se si veniva assaliti dalla nausea, potevi vomitare, nessun problema, rimangerai anche ... (continua)

ellis lio 18/01/2016 - 18:42
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Fino a quando il mondo non esiste più

Nella penombra delle sette di sera, Mia cammina con passo rigido e veloce lungo il ponte che porta al retro della stazione. Le risuona nella mente My funny Valentine e la voce di Chet Baker che sente sussurrare nei polmoni che paiono vibrare leggeri.
I lampioni le illuminano le spalle, tiene la testa appena inclinata in avanti; quando va di fretta assume una postura aerodinamica, come se volesse tagliare il vento con la fronte. Ha la sciarpa su, fin sotto gli occhi e con il viso avvolto, si riscalda con il proprio respiro per contrastare la brezza fredda che le si scaglia addosso.
Arriva all’ingresso del sottopasso che porta ai binari della stazione, dove c’è un piccolo parcheggio. In genere non ci posteggiano molte auto, perché in quello spazio di sera le persone hanno paura anche solo di passarci vicino, mentre di giorno l’attraversano velocemente se non c’è tempo di fare il giro lungo.
Come i molteplici piccoli e grandi ghetti di una città di media dimensione, quel parcheggio si... (continua)

ellis lio 27/06/2016 - 20:06
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