Parole in libertà
RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Autore |
Il viaggio (renga, come eleganza) sesta tappa “La luna s'è incantata/ sorpresa e impallidita/ pian piano/ scolorandosi nel cielo sparirà” sulla carrozza a forma di cilindro e la tesa larga, con a cassetta un frac con due diamanti per gemelli e un bastone di cristallo, mentre si perde in quell’imbroglio che è la Venezia di Guccini che riempie la testa soltanto di fatalità.
Viaggiano con me su sedili di varia foggia le ombre di Ferruccio e Giuseppe. Maria Luisa e Barbara. E la sagoma ora nitida di Ernesto. Mi sono sempre piaciute le ombre senza il fardello dei dettagli. E le qualità dei dettagli. Mi dispiace così tanto che niente abbia più senso in questo nostro mondo… una marsina “se ne scende lentamente/ sotto i ponti verso il mare/ verso il mare se ne va”. Per te ho pensato al renga o poesia a catena, molto rigida e priva di titolo, che alterna due tipi di strofa, una composta da tre versi di 5,7 e 5 (da cui lo haiku) e l'altra articolata in due versi di 7. Successivamente si aggiunge di nuovo una strofa lunga 17 sillabe, c... (continua) Mirko D. Mastro 24/11/2020 - 18:22 commenti 8 - Numero letture:686
L’Alba dell’Angelo- § octo Alcuni buoni passaggi
Quelle che leggerete Il vecchio re sta con le mani nelle tasche, quasi a sostenere i ricordi. <Un pezzo di legno tornò Mirko D. Mastro 29/04/2023 - 21:25 commenti 3 - Numero letture:262
Lettera all’assenza (Il motivo del mio poetare 1/3) Come avrebbe potuto lei rinunciare alla sua vita per un desiderio…
E lo scrisse. L’aria ottobrina come i lunghi singhiozzi dei violini d’autunno di Verlaine gli lambiva intanto le ginocchia scoperte nei calzoni corti che continuava a mettere forse per sentirsi ancora un po’ piccino. Come avrebbe potuto dire al suo bambino, lei al suo, che anche un papà o una mamma fanno a volte i capricci… Perché di quello si sarebbe trattato. Scrisse anche questo. Ma il più bel capriccio, sembrò pensare. Questo non lo scrisse. I campanelli al vento suonavano muti alla luna come gli elfi danzanti di Colette. Le corde di un’arpa, il ricordo della sua voce. Poi scrisse di Paganini, qualcosa su una corda di violino che si ruppe. E un’altra, e un’altra ancora lasciando paralizzata l’orchestra. Il pubblico trattenne il respiro. Ma Paganini continuò, chiamando a raccolta tutti i suoni dall’unica corda… Lesse Wislawa Szymborska sorseggiando cognàc… sarebbe potuta farsi vetro lei, un violino di vetro. ... (continua) Mirko D. Mastro 10/02/2021 - 22:12 commenti 4 - Numero letture:628
Ancora in Viaggio (racconto giallo, Curapipe) -Ripartenza “Ricordo che erano esattamente le 7:40 del 26 dicembre, un sabato, anno 2020 non 1970, e non so per quale motivo ma sghignazzavo così senza ragione o forse no, perché stavo immaginando le fotografie del nostro viaggio che tengo dentro gli orari dei treni. E quello di Lucio era da poco partito attraverso i confini più nascosti sia del cuore che della mente, verso le debolezze un po’ di tutti quanti. In carrozza valigie di sogni e sensazioni da non scordare.
Questo sarà l’unico riferimento musicale del nuovo viaggio, promesso. Mi sono sempre piaciute le ombre senza il fardello dei dettagli. E le qualità dei dettagli. Ma preferisco di gran lunga la presenza”. Mirko D. Mastro Decise allora l’ispettore, rileggendo la deposizione, di prenotare per due la cena in quel ristorantino nei sobborghi della mia fantasia; non ci sarebbe andato con alcuna tesi, anche se nel mentre alcune deduzioni erano giunte col fiatone, né con altri compagni di parole. Mirko D. Mastro 23/01/2022 - 07:43 commenti 11 - Numero letture:570
Carmi Quelle che leggerete
sono le ultime quattro dedicatorie di un vecchio taciturno che attese la sua naiade tra elegie e ninfee nella scrittoria lungo una gora. Al mattino salutava i nannuferi in fiore, e si accompagnava dove Etna divenne il frutto divino della fusione tra cielo e terra, figura che cima verso la volta, la sfiora. Sedeva sulle grosse radici, e i piedi era come se penetrassero nelle profondità della terra. Quel giorno osservò un legno che galleggiava arso e fuligginoso. Quando Pan suonò il flauto divino, echeggiando l’armonia del silenzio, i fiori di loto mossero passi di danza cantando in modo melodioso. ° Talora mi capita di pensare a come saranno gli ultimi Mirko D. Mastro 01/04/2019 - 19:11 commenti 6 - Numero letture:932
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