RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Luca e Lorena

Si erano conosciuti ad un compleanno di un loro amico. Solo poche settimane per scambiare le informazioni base. Parlare con gli occhi e bruciare dal desiderio. Pareva si amassero sin dalla nascita. Entrambi consapevoli e un po' spaventati che all’inizio, così si dice, è tutto bello. Ogni parola pronunciata dall’uno o dall’altra è verità assoluta. Approvata e sottoscritta da entrambi. Nessuna obiezione. Solo devozione al verbo. Un piccolo involucro in cristallo di Boemia impossibile da scalfire: amore senza infiltrazioni. Immutabile. Cristallizzato, appunto. Non ancora ventenni, Luca e Lorena progettavano già senza freni. Non importava se ancora non erano indipendenti finanziariamente. Al diavolo gli amici che predicavano prudenza. I genitori? In qualche modo sarebbero stati informati e… soccorsi: era comprensibile. Perché i due fanciulli avevano deciso di convivere in un monolocale. Già individuato e scelto. L’idea era quella di un piccolo prestito da chiedere a entrambe le famiglie. ... (continua)

gabriele marcon 06/09/2016 - 12:44
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Il pela-patate

C'era una volta un intraprendente signore che, vedendo la propria moglie perdere parecchio tempo nello sbucciare patate, pensò bene di inventare un attrezzo che potesse agevolare alla signora questo noioso lavoro. Si mise all'opera ed in pochi giorni pose nella mani della sua dolce metà la sua invenzione. Fu veramente di grande aiuto tanto che la donna mostrò l'utensile a tutte le sue amiche: entusiaste, chiesero ad Aldo (il nome del signore) di poterne possedere uno anche loro. Lui ci pensò su e poi decise che era venuto il momento di fondare una piccola fabbrica per la produzione del pela-patate. Vennero assunti tutti, o quasi, gli abitanti del piccolo borgo che sino a quel momento si trovavano senza lavoro o impegnati nelle campagne. In poco tempo Aldo guadagnò parecchi soldi tanto da poter soddisfare alcuni suoi capricci e quelli della sua famiglia.

Un giorno, però, il suo ragioniere fece presente ad Aldo che gli affari non andavano più come all'inizio: altre piccole fabbriche ... (continua)


gabriele marcon 11/09/2016 - 19:36
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Mio padre

Oh Marco passa dai ... goaaaallll! Grande Marco, passaggio perfetto. Adesso devo andare; a domani. No, non posso restare, lo sapete com'è, no? Ho gli allenamenti. Io faccio atletica non il calciatore. Non posso… mio padre...Ci vediamo.
Anni 80. Periferia di Milano. Case popolari. In una di quelle ci stavo io con la mia famiglia. Io, mia sorella, mio fratello, mia madre e.…mio padre. La scuola, gli amici, lo sport e.…mio padre. Il natale, i pochi soldi, le figurine panini, le biglie e.…mio padre. Poi anche le fidanzatine, i brufoli, i primi peli sotto il naso e.…mio padre. Io praticavo l’atletica all'epoca. La corsa. Se ben ricordo, correvo sempre. Voglio dire, non solo al campo di allenamento. Li ne facevo di chilometri. Sei volte la settimana, dieci o quindici chilometri al giorno. E poi...mio padre.
Non ero proprio brocco o scarso. Mi capitava di vincere, poco, ma succedeva. "Grande Gabri. Accidenti, primo! Ma te lo immagini? Roba da stare svegli tutta la notte”. Quello era l... (continua)

gabriele marcon 08/11/2016 - 17:18
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Sidewalk

Un urlo senza suono. Castrato. Nausea, un cucchiaino di rabbia, pennellate incontrollate di nevrotica ossessione.
Quel tratto affollato di sidewalk lo conduceva ai limiti, sensibilmente erosi, della sopportazione. Insopprimibile abitudine, un richiamo proveniente dal profondo sconosciuto; qualcosa simile ad un obbligo che, se non espletato, moriva la coscienza. Breve sofferenza e, poi, esigenza.
Gente comune e accomunata da simboli consumati. Infinite maschere ben curate di fronte ad un solo specchio uguale per tutti: poco democratico? Nessun referendum, nessuna richiesta di primarie.
L'occhio attento, come deve essere per un buon lavoro, gli permetteva di smascherare la ben simulata accettazione e rispetto dell'altrui dignità. Era sufficiente fissare un gesto, un lieve movimento oculare, un sorriso preparato ed il gioco era fatto: distinguere il vile prendersi gioco, dall'ingenuo ed insolito, per i tempi, prendersi cura; ascolto e risposta al dolore quotidiano inflitto o autoindott... (continua)

gabriele marcon 09/12/2016 - 16:48
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