Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l'argomento è:

..fanne la descrizione fisica, e non solo

Le istruzioni sono:

Immagina di incontrare, all’improvviso, una persona o ritrovarti in un luogo che non ti aspettavi...


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Per partecipare basta registrarsi gratuitamente ed accedere alla propria area privata dove si trova la pagina per la pubblicazione della scrittura creativa.
Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



RICERCA

     
 
LA FOTOFRAFIA

Le istruzioni sono:

Scrivi un racconto che abbia questo tema: “Hai trovato una vecchia foto nel cassetto. Pensieri e ricordi.”


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2047

Posso finalmente scavare tra i calcinacci e le speranze. Da qualche giorno si sono spenti i roghi, insieme al rumore dei bombardamenti. A dire il vero sono fortunato… ho sempre e solo sentito gli schianti, vicini ma non troppo. E sono fortunato ad avere ancora in buono stato la carcassa di un’auto proprio dietro al forno. Quello è restato in piedi. Ma sempre da qualche giorno anche il pane vecchio scarseggia. Così ho ridotto i pasti al desinare verso il calar del sole, e grazie al cielo è rimasto un pantano dove prima c’era il pozzo. La sera avvolgo le mani nelle foglie di frumentone, che al granturco non servon più. E la sera scrivo. Mi è rimasta pure una matita nel taschino, anche se fra un po’ non potrò più far la punta. Per non scordare chi sono, o dimenticare chi amo. Qui non c’è nessuno da parecchio tempo, e non so più se siano passati ventisette giorni o anni.
Poi sono fortunato perché mi è riuscito di salvare un tesoro… la notte apro piano il cassetto che ha una molla rotta de... (continua)

Mirko D. Mastro 12/01/2020 - 13:49
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Così ti guardo…

Qualche minuto dopo le 4 alla pendola del salotto… L’ora è di quelle fatte per dormire, ma è anche il momento in cui amo riflettere. E scrivere. Tra meno di due giri di sveglia inizierà la giornata… lavoro, famiglia, impegni come del resto per tutti.
Il dire di questo scritto, Ernesto, se non funziona non lo si deve al tempo di stesura. I due giorni di intervallo tra le pubblicazioni per l’anima sono quella telefonata a un figlio lontano o l’attesa di rivedere un amore distante… seduti però in poltrona con la cornetta stretta nella mano sudata, o in auto senza spingere troppo sull’acceleratore.
Quelli che tu chiami cocci di diamanti frantumati su cui lavorare di più per rendere meno opaco il pur pregevole cristallo io amo definirli trucioli su di un banco di bottega che forse permetteranno a un pezzo di legno di divenir scultura. E in questo caso se non è avvenuto non lo si deve alla fretta, ma bensì ad errata valutazione del mastro artigiano.
Questa poesia arriva da una delle tante... (continua)

Mirko D. Mastro 16/01/2020 - 17:11
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Di quel sentire come se calasse un velo

Ascoltavo i suoni che in una notte come questa cambiano melodia nel candore che attutisce i passi sul poggiolo, mentre vedevo il tuo dolore allungarsi come una foglia bagnata. Calpestata.
E farsi sottile. Quasi piccino. Come il fiocco di neve che stavo per accompagnare con la mano nel fiato caldo di un respiro.
Appena avrò terminato di masticare tabacco e di soffiare nello studiolo il freddo dal poggiolo,non appena smetterai di sentirti un libro dal quale si cancellano le parole e resta solo l’odore di vecchia carta ingiallita che ti riempie i polmoni, partiremo.
Prendimi il braccio, e cerca di sopportare il peso delle tue nuvole. E scrivi, assecondando quel debole per le parole. Consegna alle pagine del libro del nostro vissuto i tuoi segreti, nella sua filigrana scorre il tuo stesso sangue.
In un turbine di minuti cristalli danzeremo con gli abiti irrorati di gocce, e da una soffice nebula ci ritroveremo nell’angolo rischiarato di quella parte del giorno che non ti appare più fa... (continua)

Mirko D. Mastro 18/01/2020 - 19:15
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Giulia e il ricordo di un amore

Anche quella mattina iniziava al suono della sveglia come ogni giorno. Giulia aveva già programmato la giornata e all'ordine del giorno aveva dato la priorità a riordinare la sua stanza che da tanto tempo non faceva. Di buon umore, carica di energia andò in cucina a prepararsi un caffè, bello carico come al solito con un paio di biscotti da inzuppare, la tazza era fumante ed il profumo del caffè aveva inondato tutta la casa. Tornò in camera da letto e aprì la finestra per dare aria alla stanza, era ancora buio e come sovente faceva la mattina appena alzata, si soffermava a guardare quel bellissimo cielo blu che si mostrava senza nuvole, illuminato da una luna quasi perfettamente tonda che emanava luce tutt'attorno creando stupendi giochi d’ombre.
Amava Giulia ammirare l’alba con i suoi colori rosso-aranciati al levarsi del sole e qualche volta quando l’alba era più mirabile del solito, scattava anche qualche foto col cellulare.
Quella mattina però, finito di sorseggiare il caffè... (continua)

Maria Luisa Bandiera 27/01/2020 - 07:15
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Il colore dei ricordi

Una Bmw rosso fiamma parcheggiata accanto al fabbricato... Un'immagine sfocata ma densa di significato. Sono nello studio, seduta alla scrivania, dove sovente mi rifugio quando non sono stata all'altezza di una realtà pressante. Sono alla ricerca della mia identità, quella che una volta di più non sono riuscita ad affermare come avrei voluto. Sono alla ricerca di me stessa, di ciò che fui e di ciò che sto diventando. Forse sono semplicemente più vicina a quel che amo, l'odore dei ricordi che si effonde dalla carta sbiadita sullo scrittoio in legno intarsiato, con un cassetto che apro.. e tra le dita mi ritrovo questa foto bizzarra, anomala ed eccentrica, che in un colpo solo ha milioni di cose da raccontare. Già, perché ogni elemento, in quella foto ha una storia da narrare, finanche quel che non si vede: mio padre con la barba ed i capelli lunghi di un tempo, la Canon e un sorriso con cui ha immortalato me e i miei boccoli neri, mano nella mano con mia sorella, che mi sovrasta di alme... (continua)

Atrebor Atrebor 26/01/2020 - 17:59
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L'amore di mamma e papà

Mi sono decisa finalmente a svuotare armadi e cassetti della mia vecchia casa, e mi sono ritrovata a fare un tuffo nel passato.
Aprendo il cassetto del mio comodino, ho trovato una vecchia foto di me in braccio ai miei genitori.
Mi sono sentita subito al sicuro, come se quelle braccia fossero intorno a me in questo momento, non solo nella foto. Ci ho messo un po a riprendermi, perchè mi sono resa conto che quella è la felicità, è la gioia, è la pace. Le miei manine erano in aria e io sorridevo perchè quello che stavo provando era sicuramente la cosa più bella al mondo. I miei genitori, che mi sostenevano, mi sorreggevano, erano felici della mia felicità. I loro volti ancora giovani e pieni d'amore. Come sarebbe bello ricordarsi ogni giorno di quell'amore.... (continua)

Greta Blardone 07/01/2020 - 10:07
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LA FOTO

In uno dei tuoi vecchi libri, nascosta fra i fogli ho trovato una foto...un gruppo di ragazze e tu eri lì nel fiore dei tuoi anni più belli. Ti distinguevi fra le altre, alta con un libro stretto al petto, l'immagine sbiadita dal gusto vintage non ti rendeva giustizia ma per me eri la mamma più bella. Madre quando c'eri e mi mancava l'aria eri tu a donarmi la tua, quando cadevo eri tu a consolarmi, se ridevo eri sempre tu ad ascoltare il suono del mio sorriso. Dietro ad ogni sacrificio ad ogni età del mio cammino ci sei sempre stata tu. Il tempo è volato troppo in fretta, quando le rughe hanno segnato il tuo volto è arrivata la paura che il ricordo sfuggisse nell'oblio senza poter rivivere i momenti belli di quando mi tenevi stretta a te...non vorrei perderli per nulla al mondo. Ora ho compreso che il tempo non cancellerà mai i tuoi sorrisi, la tua fragilità. Sei stata la donna, e la bambina che hanno giocato una vita intera insieme a me. Sei la mamma che si affanna, si commuove, si ... (continua)

mirella narducci 06/01/2020 - 00:21
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La collezionista

Era una collezionista di qualsiasi cosa, aveva iniziato fin da piccola collezionando tappi. Manco a farlo apposta, "Il collezionista di ossa" era il suo film preferito.
Un'autentica mania ma, Beatrice, mia moglie, era fatta così.
Penso che amasse di più la sua collezione di cappelli. Cappelli di paglia, cappelli da cowboy, cappelli lavorati a maglia e persino alcuni fez acquistati durante le nostre vacanze in Marocco, in un bazar affollato di Marrakech.
La "collezionista" è deceduta l'anno scorso, lasciandomi tutte le collezioni. Seduto sul divano, tra le mani tengo stretta una vecchia fotografia trovata in un cassetto. Questa foto gliela scattai io, ritrae Beatrice che orgogliosamente indica con l'indice della mano destra le sue adorate lattine riposte su uno scaffale.
Indossando un sombrero e affranto dalla malinconia, i ricordi mi fanno compagnia.

Nota dell'autore: "La collezionista" ha partecipato in un altro portale letterario a un labor... (continua)


Giuseppe Scilipoti 22/01/2020 - 11:11
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le due foto di papà

Da ragazzina capitava a volte che mio padre mi faceva paura con i suoi scatti di ira anche se non rivolti a me mi terrorizzavano e tanto più mi lasciavano incredula quanto più erano repentini. Era facile che accadesse nel giro di poche parole ,e mi capitava di vederlo ridere di un accadimento e subito dopo urtarsi e alzare la voce per un’altro motivo.
Un giorno mentre riordinavo un cassetto c’erano tante foto lasciate alla rinfusa fui colpita da due foto che a mio avviso racchiudevano il carattere e il vissuto di mio padre; una raffigurava mio padre che vestito da contadino si teneva in bilico sulle
punte dei grossi scarponi da lavoro con le braccia in alto in atteggiamento di ballerino classico ,io piccolissima in braccio alla mamma e tutti e tre sorridevamo divertiti, lui giocava ,spesso con me, mi insegnava a cantare, mi insegnò a ballare mi spiegava l’opera lirica, io un pò per compiacerlo e anche perché mi divertivo lo seguivo e apprendevo i rudimenti di quelle che poi sare... (continua)

angela farano 15/01/2020 - 16:56
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Neve, in primo piano

È un telefono vecchio, di alcuni anni fa. Prima che mio figlio andasse a vivere fuori dall'Italia non desideravo uno smartphone, che poi, ho comprato. Accorcia la distanza e le giornate sono più belle.
L'altro sta in un cassetto. Ci sono pensieri annotati sul memo, messaggi di persone che mi hanno lasciato e foto, tante. Non ho mai finito il lavoro di trasferirle o stamparle.
Le scorro sul cellulare, tutte mi sono familiari tranne due, con poca luce e colori tra il grigio e il bianco spento.
Apro la più nitida. È un ambiente chiuso, sullo sfondo un armadio, non riconosco alcun dettaglio. Immagino sia una camera. Il telefono è mio, la foto l'avrò scattata io, ma dove?
Mi inquieta non ricordare una camera dove sono stata. Allargo l'immagine e mi siedo, ci vuole tempo. Non sento niente in quei colori, la foto è scattata da un'altezza di media portata, da un letto. Ne intravedo la parte che va verso la sponda dove stanno adagiati i piedi, una coperta quasi bianca ha un cumulo, una picc... (continua)

Grazia Giuliani 30/01/2020 - 20:11
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