OPERA

Sei la mia seconda pelle,
comunione liturgica
dei nostri corpi,
vissuta in totale venerazione.
Docile obbedienza,
dettata dall’anima,
non servile ma rispettosa dedizione.
Sono qui,
mio bellissimo padrone,
qui ove mi ordinasti di stare …
In ginocchio, occhi avvolti nel buio,
qui, in questo luogo solo nostro
pregnante d’amore,
ove tutto è possibile.
Dove di giorno in giorno
obbedisco ansiosa e sommessa
ai tuoi desideri più fervidi,
appassionati.
Preziosa monogamia,
divenuta nostra trasgressione,
allorché, al di là di queste mura,
ancora ci s’illude
di infrangere le regole
dell’amore,
con tristi menzogne,
frantumando cuori,
colmando di lacrime
occhi delusi e disperati.
Indivisibili,
siamo ormai noi,
grazie a questa
insaziabile, inesauribile
e nostra
erotica monogamia.

Opera scritta il 02/05/2016 - 10:15

Da Beatrice Castelli

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