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le radici di una violenza

Lui ringhia,
ti rinchiude in un atmosfera senza uscita.
Tutte le energie convergono sul suo viso, e affondano nel disprezzo.


Non c’è più ragione ne alternativa, il tempo si assottiglia.
Ogni parola è una lama, ogni trattato è uno sputo al vento.
La tua paura è il suo nutrimento.


Una vibrazione solletica il costato,
il cuore rimbomba nel petto, e sudano le mani.


Non c’è il tempo di spalancare gli occhi per comprendere le radici
Di un inesplicabile violenza, della voglia di sottomettere e comandare,
prima che il primo colpo parta per farti del male.


Il colpo innesca infine un istinto animale, quello di un predatore
Che non si riesce più a fermare, che dormiva in attesa di un risveglio.


Il dolore non ti distrae, quando vedi quegli occhi
Che perdono luce, che si socchiudono fino a diventare neri,
piccoli e vuoti.
Pregherai per non vederli mai più, per non esserne più assorbita.




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Opera scritta il 24/05/2016 - 11:31
Da Marzio Esposito
Letta n.1389 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Poesia molto profonda, trovo che sia stato giusto scriverla dopo tutti i casi di cronaca che si leggono nei giornali e si sentono nei telegiornali.
Grazie per la tua sensibilità a nome di tutte le donne
Nadia
O:- )
5*

Nadia Sonzini 31/05/2016 - 08:24

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