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La commovente calma del mare

Seppellirono il sole!
E ad un tratto mi ritrovai ad inalare
la commovente calma del mare.
Dicono che quando si muore
si intraveda una luce in fondo al tunnel.
Io non vidi altro che la catasta dei miei errori!
La carne.
La guerra.
La guerra nella carne!
Promisi a me stessa
che se un giorno fossi tornata
non avrei più voluto
così tanto inutile fragore.
E intanto che il mio cuore
s'accostava ai tamburi della terra,
io divenivo costola di un passato e di un futuro,
orfani di nome e privi di valore.
Mi sfilai l'orologio!
C'ero ancora!
Eppure una parte dell'intima struttura
si rifiuta ancora adesso di tornare.
E' rimasta lì...
Tra gli accenni di un'acerba fine!
Tra gli essudati e i gemiti del mare!



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Opera scritta il 03/04/2017 - 11:22
Da sebina pintaldi
Letta n.1204 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Il 25 agosto 2002 ebbi la sfortuna o forse il privilegio di morire, anche se per pochi istanti!E se si torna lo si fa alla grande e senza sprecare la propria carne con il mondo che sporca l'anima. baci

sebina pintaldi 05/04/2017 - 15:54

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Bellissima poesia...profondamente toccante. Comprendere significa soffrire, ma, poi si può andare oltre...

margherita pisano 03/04/2017 - 22:20

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Bisogna morire per poter vedere davanti a sé tutti gli errori commessi e comprendere. Una seconda possibilità può dar modo di rimediare o almeno non commettere più gli stessi.

Giulia Bellucci 03/04/2017 - 16:21

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