Sere natalizie, tante strade illuminate con tanti alberelli pieni di luci , alcuni dietro le piccole fatiscenti finestre , strette, sconosciute perse in un mare di finestre , di luoghi comuni che legano il nostro vivere ad un sogno , ad un morire lento che non conosce sosta . Ed ogni cosa è co-me l’abbiamo sempre immaginato, fatta di grandi viaggi , verso terre sconosciute coronato d’amori timidi che t’indicano dove giungere per essere felici. Questo prose-guire in un sorriso dipinto sul viso, mentre fugaci ci af-facciamo dietro le tende colorate, dietro gli anni passati insieme nello scorrere, un andare contro corrente verso qualcosa di indescrivibile , fatto di paradossi ed osses-sioni , simili ad un frutto maturo . Le mani si incontrano nella piazza grande come il mondo , case piccole, minu-scole, lontane , porte socchiuse dentro il nostro cuore che si aprono , si chiudono , c’invitano ad entrare per es-sere ciò che siamo , ciò che vorremo essere . Luci tante luci , occhi , baci, mani ed ancora corpi penduli , sotto, sopra , corpi che dormono nella nostra storia che si ama-no ed ancora vogliono morire per vivere per essere quello che avremmo tutti voluto essere.
Ti pare bello,  mi lasci qui da solo.
Non credevo di poterti essere utile.
Utile , lo siamo tutti ma nessuno è indispensabile.
Noi , forse un tempo, simili.
Mio caro è giunto il tempo non senti  il canto dell’orco.
 Ed io mi credevo un angelo.
Io un povero diavolo.
Volo. 
Gioco.
Crepo.
Canta .
Non vuoi capire .
Chiamo l’infermiere?
Chiama chi vuoi.
Siamo rimasti in soli.
Bello.
Vivo.
Vorrei essere ciò ch’ero un tempo un gaio angelo.
Ti ricordi che bello era volare.
Quanta gente abbiamo aiutato .
A morire.
A vivere .
A credere.
Per nulla serio.
Non bere. 
Non ruttare.
Non dire nient’altro.
Facciamo comunella.
Facciamo giro , giro tondo .
No siamo angeli , no bulli di periferia.
Che strano , stare qui ed aspettare che qualcuno muoia.
Sara quello che sarà.
Forse abbiamo esagerato.
Non credo. 
Era bello quando si era ignari.
Perché adesso siamo stupidi?
No , siam fessi. 
Il cielo è  un luogo dove poter volare,  dove poter osservare la gente che s’affatica ad andare ad entrare, uscire dai negozi in cerca di un regalo , un dono,  un mondo capovolto dentro una bottiglia , bello,  piccolo , un incanto, un ossesso di forme che si intrecciano dentro un dato di fatto , dentro questo giorno,  uguale ai tanti giorni e ai tanti secoli trascorsi. Un punto senza ritorno dove ogni cosa può succedere. Ed il via,  vai di facce diverse , simili a ciò che si desiderata essere,  oblique,  storte, facce sfregiate,  facce di monelli , di guappi , facce di donne sedotte ed abbandonate. Visi smilzi , simili ad ieri come  pioggia  che attraversano il cielo e colpisce  il cuore , piazze eterne , creature mezzo  la via,  macchine ed ancora macchine con a bordo , orchi e lupi mannari.
Fammi il piacere.
No,  non posso.
Vorrei  fumare ? 
Infilati dentro.
Sono quello che hai voluto.
Io non ti ho mai costretta.
Ero tua madre.
Lo sei ancora.
Mi hai girato il viso , mi hai chiamata schifosa.
Lo fatto,  perché ti voglio bene.
Non è  giusto che io soffra tanto, tuo padre…..
Ti prego , non farmi ricordare.
Fa male anche a me.
Ero tuo figlio,  lo sono ancora nel bene nel male.
Ci guardano ,gli angeli ci guardano figlio mio.
Aspettano che  gli  andiamo incontro.
Forse ,  perché siamo noi .
E stato bello credere.
E stato bello amarti.
Anche per me ,sei e rimarrai in eterno mia madre.
Il tempo non ci ha diviso.
Abbiamo vissuto, gioito, creduto che dio non ci avesse mai dimenticato.
Ed è stato cosi .
Forse sono cambiato.
Sei diverso nel sogno che trasforma i giorni.
Rimango un bambino.
 Piccolo e pallido dalla pelle  rosa tra le mie braccia.
Sento ancora  il tuo cuore battere.
Sento la tua manina gelida .
Il cielo e gli angeli ci porteranno via.
Saremo di nuovo un solo corpo, un solo spirito.
Saremo il tempo , saremo di nuovo questo natale. 
Pastori scendono dai monti, soldati ritornano dalla guerra chi fuma uno spinello in un angolo ,chi non ha voglia di parlare in mezzo a tanta confusione in molti hanno dimenticato di fare regali . 
Hanno dimenticato cosa è l’amore l’affetto, un affetto affumicato, una fetta di prosciutto , un bignè alla crema un caffè al bar. Là  incontri amici che non vedi da anni ed incontri  una umanità ferita che và avanti , che ieri  sembrava  morta ed oggi sorride alla vita ,che si masturba per amori oscuri , per momenti felici per quello che sono stati i loro padri,  i loro avi , forse vermi che strisciano nel silenzio insieme ai tanti orrori quotidiani , nelle ore che la guerra non risparmia nessuno . Bancarelle colme di fuochi d’artificio , cipolle,  tricche tracche , botte a muro , palloni esplosivi. Questa vita và, esplode , cambia in un istante in un attimo che fugge per vicoli bui ove le voci si mescolano agli spari , alle grida degli adulti ,all’incontro dentro un sorriso di una fanciulla. Tutto è come l’abbiamo immaginato un lungo viaggio , un unico carrozzone dove vi soni stipate dentro tutte le disgrazie,  le zite , le maritate,  le donnine allegre e i tanti altri che non hanno più un dio a cui pregare.
Un angelo rimane un angelo.
Domani potremmo essere di nuovo  in paradiso.
Noi con tutti gli altri.
Noi e voi.
Con dio in persona.
Senza alcuna arma da fuoco.
Senza una gamba.
Senza un dito.
Senza denti.
Con la febbre.
Vedi .
Che belli .
Tanti fuochi d’artificio.
Sul mare .
Con l’onda che canta alleluia.
Con te .
Mano nella mano .
Come due angeli .
Come pargoli.
Come oggi ,come ieri.
Nello spirito santo.
Sarò nero per tanti.
Io ,bianco per alcuni.
Due ali ,un solo corpo.
Li salveremo tutti.
Proprio tutti.
Che bello .
Non guardare, perché il male e in noi.
Noi in lui , due angeli.
Un tempo demoni.
Un tempo, nemici.
Ora amici.
La stessa faccia, della stessa medaglia.
Lo stesso uomo. 
La stessa donna.
Da non credere come faremo a salvare tutti.
Sara un impresa titanica.
                                        
                                           II
Una piccolo stanza ,un grande cuore dove si discute di tempi andati , di quando è non c’era nulla ed in tanti non capivano cosa era il male ed il bene , quando s’andava  per  vie  strette  lastricata di ghiaccio ed un usignolo cantava la sua canzone al mondo che rideva dell’ultimo uomo di questa terra . La neve  adesso copre  i monti ,copre  le strade di periferia dove pochi  amici s’incontrano, giocano a capire come sono diventati in questo mondo troppo sordo,  troppo buono per essere di nuovo cattivi o forse all’incontrario un altra volta  nel  gioco delle parti  che ci porta ad assumere l’indefinibile armonia del creato a ricoscerci nel  dialogo in  un gioco vorace , quasi verace schiocco e deficiente , che magistralmente articola il sapere d’ognuno,  ci porta con esso per mondi immaginari lungo scie di sospiri , di luci di natale , tra alberi illuminati fino alla vetta , fin dove la stella cometa giunge e si riposa dopo il lungo viaggio per terre remote lontane nel  nostro intelletto , lontane dal desiderio di ritornarci solo per un attimo .Si consuma questo essere , si strugge per nulla nel nulla , nella anima dei morti,  di chi non c’è più,  di chi ha creduto che potesse essere vero,  tanto vero da amare al primo sguardo,  cosi tuffarsi tra la folla e correre a perdifiato , cercare,  trovare amici , moglie,  figli,  trovare un regalo per tutti e non ci sono scusanti non c’è Nerone pronto a voler appiccare  un fuoco per Roma e per la sua  gloria,  per versi  e  versi  , noi siamo già all’inferno. 
Vedi di rigare diritto.
Vedi di non farmi arrabbiare.
Non vengo .
Non credere.
Non bevo.
Ti credevo saggio.
Non è vero .
Siamo soli,  angeli o demoni.
Siamo , madre e figlio.
Siamo qui a piazza Navone.
Quanti regali.
Carbone , pan di zucchero.
Mortadella,  farcita allo zenzero.
Una cioccolata calda.
Forza,  muoversi tra poco si parte.
Dove ci porta ?
Non sono affari tuoi.
Che bel modo di rispondere.
Nevica .
Sui nostri corpi.
Sulle nostre illusioni .
Sul tempo che abbiamo amato.
Amico mio.
C’incontreremo  di nuovo non aver paura.
Quando ?
Quando il gallo canterà tre volte.
Io t’aspetterò.
Anch’io. 
Non dimentico.
La neve intanto bagna e lascia sperare  ,rende ogni cosa santa, ogni cosa bianca, come le nuvole, come il credere bianco e puro,  senza nome , senza inseguire  i nostri passi  che diventano visibili sulla neve che lentamente si scioglie diventa acqua,  che scorre,  bagna e lascia sognare , un nuovo anno,  un nuovo mondo.
 Opera scritta il 30/12/2017 - 14:34
Opera scritta il 30/12/2017 - 14:34| Voto: |  su 0 votanti | 
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