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L’ORAZIONE DI FISSORE E CANOVIERE

La sera che me ne andrò,
perché sarà
di sera
confido tu non sia troppo docile
nel divellere
col sarchio l’ellera
affinchè l’avello sia compiuto
prima che in bottiglieria
dalla pevera
l’ultima lacrima di mescita cada.
Fino al venturo
equinozio di primavera
accomiatati, trova riparo dall’autunno
e per tutto il solstizio
d’inverno la sera
in canova ma quando le gelate avranno
lasciato il suolo spaccato
e riciccia l’ellera
vi prego di venir ambedue con la marra
a svellere, con l’anima
per dono della pevera
all’otre congetturo un po’ meno sdrucita.
E prima dell’estate somiglieranno
a brughiera
i vostri cuori e auspico siate
inclusivi: intridete il tumulo di vino
appagante più di una preghiera.



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Opera scritta il 13/04/2018 - 19:45
Da Mirko D. Mastro
Letta n.1203 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Una preparazione che sa di rituale
....eh si, di commiato
Molto bella

laisa azzurra 13/04/2018 - 23:56

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