Mi tagli di traverso e di rovescio mi colpisci.
Trapassato. Da parte a parte, in punta d'acciaio
Con amore. Mi credi distante, mi sogni vicino.
Rido di filo, il filo del rasoio, in punta di piedi
l'impugnatura di seta e poi la cruda intenzione
strappo via le piume dalle ali del cuore,
Una a una; artigli di loto e una chioma di petali.
Al veleno dai seni digrigni, il vento rosso della veste
e poi sotto la pelle candida di pagine vuote,
da imbrattare con versi di malinconia e rancore.
Divorati. Rovesciati sotto-sopra, in una bara di sogni.
Divori il mio sguardo e come gli artigli lucenti,
le mani giunte, come coppa o fonte, mi stringi con forza:
un filo spinato di rose. I corpi si spezzano, come polvere
al vento dispersi. Per sempre legati e ciechi.
Siamo un attimo di pioggia, nel deserto di una vita.
Mi seguirai in notti di sdegni e ti penserò nei giorni perduti,
le ore sprecate, i minuti bevuti, i secondi strappati.
A un altro cielo azzurro e rovine, su lidi di lussuria
E campi di perdizione.
Opera scritta il 30/10/2019 - 16:52Voto: | su 1 votanti |

santa scardino
31/10/2019 - 15:03

santa scardino
31/10/2019 - 15:03 Grande amore si’,se riesce ad essere un attimo di pioggia nel deserto della vita!

Anna Maria Foglia
31/10/2019 - 14:33 La forza dello scritto si condensa nella potente chiusa, un desiderare il continuum di quanto intensamente vissuto!
Bellissima!
Leo Pardiss
30/10/2019 - 20:19



