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ti racconto

frugó nelle tasche
estrasse il suo ricordo e lo donó;
parole dure
senza pause battevano il tempo ,
senza pretese raccontavano lei;
brucia ancora brucia
quel sentirsi sporca;
non c'é modo di spegnere,
di quietare,
di rendere umano il ricordo;
sentire ancora il lezzo,
quel corpo che abusava di lei,
lei che non c'era
che aveva abbandonato le sue carni inermi in preda ad una belva;
finì svelto quel pasto
sazio scappó avvolto dalla notte;
tornó nel suo corpo straziato,
abusato,
reso alla vita senza vita;
era forse meglio morire;
le sue lacrime
presenti
le dicevano che non sarebbe più stata la stessa



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Opera scritta il 22/07/2020 - 08:28
Da Alessio Menegoli
Letta n.985 volte.
Voto:
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Commenti


Come donna posso essere solidale nel rendere omaggio a questa stupenda poesia. Non riesco neanche ad immaginare ciò che può provare una donna costretta a subire abusi! Complimenti mirabili versi!

Maria Luisa Bandiera 22/07/2020 - 11:49

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Ciò che raccontano le lacrime ha un suo peso...sai, credo mi ci vorrà un po' a metabolizzare questi tuoi incredibili versi. Questa splendida poesia

Mirko D. Mastro(Poeta) 22/07/2020 - 11:19

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