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IL DELIRIO INSOPPRIMIBILE DEGLI AQUILONI

Quando guardasti il tramonto,
Uno di quelli
D’un rosso particolarmente intenso
Che gravita attorno al placido mare,
Ti salì il pensiero che le parole non servissero
E che gli occhi
Avessero potuto tranquillamente serrarsi
Per poter equiparare tale bellezza
A quella della tua amata.



( l’onirico ha mille volti, tra cui quello della mera illusione )



Lo videro in inverno inoltrato
Barcollare senza esimersi dal flettere le ginocchia
E prosternarsi alle impronte d’un cielo
Sciolto in un tramonto privo d’intensità
Come caduto in un abisso senza fine,
Egli barcollò sempre più
Deriso dalle foglie morte
E dallo scroscio dei rami nudi
Sotto il peso dell’ultima neve,
Non c’era abbastanza tempo per mutare,
Per appropriarsi di un altro desiderio,
Di accettare un’altra esistenza.



( flusso di lacrime sepolte sotto distese di clessidre corrose )



Restò in attesa
Silente e ricurvo;
Liquefarsi assieme alla notte
Divenne cosa associabile
Al suo grido inascoltato.
Estrasse dai suoi capelli la polvere
E i crisantemi ossificati dal suo immobilismo
E pianse.
Il giorno da allora non fu più lo stesso




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Opera scritta il 08/10/2022 - 14:37
Da Mirko Faes
Letta n.499 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


È stupenda!! E i crisantemi ossificati, ma ci son altre gemme qui dentro!!

Anna Cenni 08/10/2022 - 18:04

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