OPERA

Nella mia casa vedo
dipinti mancati in pareti
dal colore a volte sbiadito,
a volte incerto,
a volte assente,
vedo ospiti sbagliati
travestiti da servitù.
Amici che diventano aguzzini.
Ma se la casa si trasforma
in ciò che non voglio,
la colpa è soprattutto
mia che lo permetto.
Chi sono io?
Sono forse un migliore
senza colpa, avviluppato
da un errore lontano
che mi cattura? No!
Sono un ipocrita se urlo
innocenza perché non c’è
peggior assassino di chi vede
uccidere e punta il dito.
Chi si veste da killer e urla:
“Prendete l’assassino!”.

Opera scritta il 04/09/2014 - 12:19

Da Giuseppe Greco

Letta n.1335 volte.

Hai ragione Giuseppe.Tutti, in qualche modo, siamo colpevoli per qualcosa, nessuno escluso.Ma putroppo, molta gente, non è in grado di fare un esame di coscienza,viene facile accusare sempre gli altri.
Poesia profonda e vera.

Paola Collura 05/09/2014 - 15:38

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Una presa di coscienza delle nostre mancanze che riversiamo sempre e solo agli altri,profonda riflessiva.Complimenti GIUSEPPE

genoveffa 2 frau 05/09/2014 - 00:00

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Abbiamo tutti molte delle colpe che così nitidamente vediamo solo negli altri! GRAZIE! Vera

Vera Lezzi 04/09/2014 - 18:47

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Sei sempre profondo e riflessivo. Interessante questa tua poesia, versi incisivi.
Complimenti, Giuseppe, ciao, a rileggerti,
Marina

Marina Assanti 04/09/2014 - 18:07

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Un argomento forte, che chiama ciascuno alla propria responsabilità o, se vogliamo, a vedere in se stesso i difetti che, spesso, scorgiamo e additiamo nell'altro.

Salvatore Linguanti 04/09/2014 - 17:43

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Un testo enigmatico ma forte.

Ugo Mastrogiovanni 04/09/2014 - 17:28

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