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sorrisi da ovest

se a volte mi migro
come fa il gambero
è per quel laminare viola
che sbianca e sfugge all’orgia
di un indaco ovest-
mi crogiolo
nel latte spaventato
di tanta, composta bianchezza
nella tenacia di uno sputo sul vetro,
estenuante rallenty
della vita che cola-
mi migro e colgo soli
li spargo sulla soglia
a seguire sentieri di formiche
disfo la seta in bachi,
strofino, ammiro
la meraviglia della lampada,
la genesi del genio
e mi siedo, mi cullo sull’onda,
ogni onda un tramonto,
l’acqua è un tramonto
e l’ovest è là e mi sorride
a braccia aperte sul delta



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Opera scritta il 23/10/2014 - 07:45
Da giovanni bontempi
Letta n.1317 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Molto bella, interessante e originale!

Paola Collura 24/10/2014 - 18:49

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grazie ad entrambi per le belle parole

giovanni bontempi 24/10/2014 - 15:07

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bella !!!

paolo di cristofaro 24/10/2014 - 14:14

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Ricerca su base lirica che non si esaurisce nella sua enunciazione teorica, ma plana su principi apparentemente astratti, configurati come un gradevole compiacersi, come vera gratificazione per chi scrive.

Ugo Mastrogiovanni 23/10/2014 - 11:32

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