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Libertà

27 ottobre 2017, una data da ricordare.
Oggi è l'ultimo giorno di prigionia, sono già fuori e in questo preciso istante mi appresto a caricare i bagagli sulla mia automobile, parcheggiata all'esterno del penitenziario. Dopo mesi, finalmente torno a casa. È stata veramente dura. Provare per credere.
Ammetto che in dei momenti di estremo sconforto, desideravo morire dovuto al raggiungimento del limite di sopportazione, infatti, durante la difficile permanenza, nonostante la mia indole paziente e il cercare di adattarmi, mi sono rilevato anche fin troppo irresoluto a causa dei bifolchi con cui ho avuto a che fare.
Alzo lo sguardo e osservo con odio il Cristoforo, la struttura che mi ha "ospitato", un palazzone grigio ed austero, considerato un autentico cesto di mele marce, collocato a Gibino, una delle peggiori zone di Gatannia.
Il perché andai a finire in questo maledettissimo reclusorio?
È una storia lunga da raccontare, basti sapere che, disgraziatamente, quasi un anno fa, venni istigato per aprire un'attività commerciale, fin da subito andata a male, procurandomi rogne di ogni tipo, portandomi al tracollo ed infine alla deprimente carcerazione. Ho peccato di ingenuità, inutile negarlo.
Mannaggia alla miseria, otto mesi del cazzo tanto da sembrare otto anni.
Solo Dio sa quanto ho sofferto, sentendomi come un animale in gabbia. Una tristezza indescrivibile, annichilente.
«Tu da qui non esci, resti con noi.» mi disse la repellente direttrice del Cristoforo. «A meno che non ci mettiamo d'accordo!»
In sostanza, senza troppi giri di parole, un pomeriggio mi propose di sborsare quattromila euro e che avrebbe sistemato la mia non felice "situazione."
«Non ne parlare con nessuno, sennò saranno cavoli amari!» mi raccomandò dopo che mi convinse di alleggerire il mio conto corrente.
Risultato? Presa nel secondo canale!
Non dovevo fidarmi di quella schifosa filibustiera. A tal proposito, da fonti sicure, in seguito appresi che la Rattini, è stata accusata più volte per truffa ma per insufficienza di prove se l'è cavata sempre a buon mercato, evitando di finire dietro le sbarre. Tra l'altro, venni a sapere di come lo stipendio e gli "extra" intascati indebitamente le servivano essenzialmente per i due seguenti motivi:
1) Per il vizio del gioco d'azzardo, tra Lotto, Gratta e Vinci e soprattutto Bingo.
2) Per mantenere un figlio problematico che si era sposato senza prospettive e senza basi, un individuo inetto, scroccone, nullatenente, cazzataro e fondamentalmente anche lui un truffaldino. Ah, quando si dice vizio di famiglia.
Mentre riguardo i miei carcerieri, beh, altri bei pezzi da novanta, per non dire pezzi di merda!
Ad esempio l'agente Romano, un omone grassissimo, volgare, rozzo, canzonatorio e odiosamente autoritario che mi ha letteralmente perseguitato ogni singolo giorno della mia permanenza. Guai a farmi pescare fuori dalla branda oltre la mezzanotte e a permettermi di ribattere o discutere qualsiasi sua osservazione oppure disposizione. Adesso, per quel che mi riguarda, può andare al diavolo assieme a tutti gli altri.
Dio mio, non vedo l'ora di riabbracciare i miei familiari, di dormire nel mio letto, di mangiare tutto ciò che mi piace, di giocare con Ricky, il nostro adorato cane... insomma la lista è lunghissima. Inoltre, mi cercherò un lavoro. Però prima mi concedo due mesi di vacanza, per passare con tranquillità e spensieratezza il periodo natalizio con la speranza di dimenticare. Francamente credo proprio mi sia impossibile.
Non sarà assolutamente facile trovare un impiego, tuttavia non voglio guastarmi la festosa serata, in qualche modo troverò una soluzione e forse più in là persino un nuovo amore, visto che allo stato attuale il mio cuore è sprangato.
Il motivo?
Sfortunatamente mi legai sentimentalmente all’agente Claudia Randazzo, della sezione femminile, conosciuta precisamente un anno prima della condanna inflitta, e la ritengo indiscutibilmente fonte dei miei guai. Proprio qui, all'ingresso dello stabilimento carcerario che sto lasciando, mi promise amore, assistenza e dedizione per poi alla fine tra le varie cose dimostrarsi di una superficialità assurda, per giunta complice con le altre guardie e con la disonesta direttrice.
Adesso è davanti a me, per salutarmi prima che le nostre strade si separino per sempre.
«Stai per tornare a casa, sei contento? Ritrovi la tua pace, la tua libertà e tutto ciò che hai disperatamente desiderato.» mi dice con un tono distaccato e al contempo con malcelata espressione accusatoria.
Non le rispondo, annuisco con freddezza, per non parlare del nostro ultimo saluto, quasi glaciale.
Un breve abbraccio, un bacio a stampo ed infine, Claudia, senza voltarsi, si accinge a ritornare alla porta carraia. Non importa, è giusto così, un addio necessario, non ho bisogno di lei per la mia nuova vita.
Mi allontano velocemente dal quartiere di Gibino e in meno di 10 minuti mi immetto in autostrada, accendo la radio e canto a squarciagola alcune canzoni. Mi lascio travolgere dalle note e via via da una miriade di emozioni ovvero rabbia, rammarico, risentimento, felicità, euforia... un cocktail impossibile da definire con un aggettivo.
Da Aci Regina in poi ingrano la sesta e il restante tragitto quasi deserto lo percorro prevalentemente sulla corsia di sorpasso tra i 160 e 180 km/h gridando svariate volte la parola "LIBERTÀ!!!”
Sembro Niki Lauda, non ci metterò molto per arrivare alla mia città natale.
Chilometro dopo chilometro mi faccio una solenne promessa che ripeto e straripeto tra me e me:
Che non mi farò più fregare, che mi dimostrerò più risoluto nelle mie decisioni e che realizzerò tutti i miei sogni senza permettere a nessuno certi lussi ovvero né di comandarmi, né di usarmi, né di manipolarmi e né di distruggermi.
È finita, grazie al cielo è finita, non dovrò più convivere nella casa della mia ex ragazza e della sua famiglia. Che brutta esperienza!
Una convivenza che mi ha letteralmente gabbato ed "ingabbiato" subendo gravissime perdite economiche e incessanti vessazioni. E nonostante ciò sono predisposto con positivo trasporto per iniziare daccapo.
La libertà non ha prezzo, e privarmene sarà un errore che non commetterò mai più.



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Racconto scritto il 17/01/2020 - 11:07
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.784 volte.
Voto:
su 9 votanti


Commenti


Ciao Paolo, grazie per aver dedicato circa cinque minuti nella lettura di questo brano e per aver speso qualche altro minuto per commentarmi.
Il racconto ma anche il prosieguo della mia esistenza non poteva che rendere onore ad una delle mie parole preferite: libertà.
Il tuo incoraggiante parere si allinea all'ultimo aforisma che avevo letto e disaminato. Colgo l'occasione per ringraziarti per gli aggettivi con la quale mi hai descritto. Su "buono d'indole", però avrei aggiunto "troppo"
Ed è questo che mi frega, sebbene dopo i trascorsi di Catania posso dire di stare più attento, ad esempio nel saper dire di NO oppure di scegliere... liberamente quello che ritengo giusto per me.
Un abbraccio amico mio!!!

Giuseppe Scilipoti 09/05/2021 - 15:47

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Buon pomeriggio carissimo Giuseppe,
il racconto, espresso bene, si conclude nel migliore dei modi: con la tua libertà. Devi puntare a viverti il presente oggi, subito e ora, un presente ben vissuto è già un buon futuro. Vai avanti per la tua strada sei intelligente, buono d'indole e autoironico. Per concludere Giuseppe a te ... ogni bene.

Paolo Ciraolo 09/05/2021 - 15:32

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La convivenza, tra l'altro è stata molto pesante, non ho avuto appoggio da parte di nessuno, la mia ex ovviamente in combutta con la sua famiglia. Mi aveva promesso dedizione e supporto. Ma quando mai!
Me ne sono scappato a gambe levate... tornado nella mia città natale, del resto nel finale del racconto esprimo le dovute emozioni.
La storia è molto lunga, meriterebbe un romanzo. Con queste risposte non ho voluto "vittimizzarmi", sia chiaro però scrivere questo racconto mi è servito.

Giuseppe Scilipoti 18/01/2020 - 18:12

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... le righe più che capirle, meglio leggerle come un racconto fiction.
Desidero comunque dare qualche spiegazione:
La storia dei 4000 euro (che menziono nel testo) mi sono stati estorti con l'inganno dalla mia ex suocera, una donna viscida, ludopatica.
Nel periodo di quella "prigonia" ho perso tra l'altro altri 35.000 euro per via di un'attività commerciale ovverosia un negozio di bevande andato a male, un negozio che quella gentaglia mi convinse in tutti i modi ad aprire.

Giuseppe Scilipoti 18/01/2020 - 18:10

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Carissimi amici di Oggi Scrivo, i vostri interventi mi hanno stupito più del solito, non pensavo che questo mio "metaforico" racconto potesse colpirvi così tanto.
Il componimento si collega ad un difficile, travagliato e tedioso periodo di convivenza con la mia ex, ragion per cui chi non conosce specifici trascorsi certi frangenti de "Libertà" se non l'intero racconto potrebbe non essere assimilato fino in fondo e tal proposito mi collego al commento di Santa in quanto...

Giuseppe Scilipoti 18/01/2020 - 18:04

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La libertà non è star sopra un albero, non è neanche far quel che si vuole. E' vivere le più belle cose dell'altro all'interno dell'altro e non dove l'altro ti porta.

Ernesto D'Onise 18/01/2020 - 13:31

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Complimenti racconto molto ben scritto e piaciuto.

Paolo Perrone 18/01/2020 - 11:59

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Il senso di prigionia ha tante forme ed ognuna di essa è una gabbia.Hai saputo collocare con maestria tutti i personaggi che ti hanno ingabbiato. Ciò che fa di una persona un uomo sta proprio nella capacità di riscattare i propri errori, trasformandoli in sale per la vita. l'ebrezza della conquistata libertà è pienamente giustificata e meritata.
Sei bravo nell'usare le esperienze della vita in racconti che hanno un qualcosa anche di fantasioso. COMPLIMENTI. Un saluto affettuoso.

santa scardino 17/01/2020 - 23:12

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l’autore sistema il mondo in due recinti, sfida a riconoscere le pecore nere, a svegliarsi da una visione complessa; conduce verso una miriade di riflessi in un tempo confuso e angoscioso che riempie lo spazio di una romanzesca illusione di libertà.

ciao giuseppe


GiuliaRebecca Parma 17/01/2020 - 22:03

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