VITA E MORTE DI UNA CAGNOLINA
E’ una giornata particolare lo sento, come se tutte le cose dovessero cessare all’improvviso e dovessi perdere tutto, questa casa, i miei padroni, tutto insomma.
Noi cani le percepiamo queste cose.
E’ la prima volta in questi anni che Adriano non mi è vicino in un momento di difficoltà. Eppure sento che proprio per questo non è con me questa volta: perché non può farci niente, perché sta male nel vedermi soffrire, perché mi vuole bene.
Penso ancora al suo saluto di ieri “Minù, ti voglio bene” che ho inteso bene, come qualcosa di definitivo. E poi quella sua carezza delicata, quasi per paura di farmi male.
Se solo avessi potuto parlare, gli avrei detto anch’io qualcosa di bello. Ma poi a cosa sarebbe servito, lui sa che gli voglio bene. Sa che in qualche modo faccio parte della sua vita, sono una briciola del suo cuore.
Avrei comunque voluto scodinzolare, o leccargli la mano, o guardarlo con questi occhi che non vedono più, ma non ne ho avuta la forza.
E’ stato bello vivere con lui in questi anni. Non a caso l’ho identificato come il mio papà.
Questa notte Simona mi è stata particolarmente vicina. Per diverse ore mi ha tenuto in braccio, sulla poltrona, carezzandomi il pancino, attenta al mio respiro, fattosi ormai flebile, quasi un lamento.
Le ore non passano mai. Poi sento che è mattino. Ho dormito accanto alla cuccia e ora ho sete e devo fare la pipì.
Quando arrivo in fondo al corridoio, dalla porta a vetri filtra una luce molto intensa ed io ne colgo un filo con la fessura dell’occhio destro, ancora sensibile a questi regali inaspettati.
E’ la prima giornata di vero sole, finalmente, lo sento nell’aria.
Simona arriva in cucina. Capisco che è assonnata, causa mia, perché trascina un po’ i piedi.
Mi viene accanto, mi accarezza e mi dice “biscottino?”.
In un altro momento questa parola mi avrebbe fatto trasalire ma ora mi lascia quasi indifferente. Simona comunque lo sbriciola e me lo mette nel vassoio accanto alle due vaschette delle crocchette, che non ho nemmeno assaggiato, e dell’acqua.
Non mi sento di mangiare. Lentamente ritorno nella stanza dov’è la cuccetta e mi sdraio accanto perché c’è più fresco ma anche perché provo più sollievo a stare distesa.
Simona si veste. Sento il fruscio dei vestiti.
Poi si china su di me. “Dobbiamo andare” mi dice e sento nella sua voce tanta tristezza.
Comincio a tremare perché capisco che mi attende un tragitto in auto. È più forte di me. Non è paura ma malessere.
Simona, prima di mettermi nella gabbietta, mi accarezza e sento che singhiozza, che piange. Le lecco il naso, che per me è un piccolo bacio, non so se ha capito. È l’unica cosa che posso fare.
Simona piange più forte. Ha capito.
Siamo arrivati. Nel locale c’è il solito odore di cani, un miscuglio di odori che odio. È un odore di paura, ho sempre pensato a questo.
Quando entriamo nell’altra stanza, c’è la solita voce gentile della veterinaria.
Simona mi posa sul tavolo freddo che ben conosco.
Parlano parecchio, poi Sim Quindi vedo i miei fratellini che mi rincorrono sul lembo di prato. Ma per la prima volta nella mia vita rivedo mia madre che mi allatta e che mi lecca affettuosamente. È bella, come non l’avrei mai immaginata.
Per un attimo, ma solo per un attimo, mi sento felice.
Poi a un tratto tutto si fa buio.
ona mi accarezza piangendo. Quindi mi dice “addio Minù, tesoro mio”. Non so cosa significhi questo ma la voce è piena di dolore.
Sento una porta aprirsi e chiudersi. Simona non c’è più. Sono sola.
Di solito non mi lasciano mai sola. L'hanno fatto finora solo quelle volte che mi hanno fatto delle cose brutte. Cose che mi hanno fatto star male per qualche tempo.
La veterinaria mi accarezza e questo mi tranquillizza.
Poi sento l’ago che penetra piano e il liquido che entra in me.
Sento una dolce sonnolenza, una pace mai sentita prima d’ora e ogni dolore si scioglie.
Cedo a un sonno strano e in rapida successione rivedo cose della mia vita. Vedo Jacopo che mi porta al guinzaglio nella nostra prima passeggiata verso i campi, mi vedo, dove c’erano i prati in salita, correre velocemente in mezzo all’erba alta, vedo Simona e Jacopo che mi coccolano sul lettone, vedo la mia prima padrona, vedo il mio piccolo grande amico Briciola che mi annusa e mi lecca il nasino.
Nota dell’autore: (tratto da Internet) i cani pensano?
Certamente i cani pensano e hanno la capacità di capire, simile a quella di un bambino di 4-5 anni. Infatti, sono capaci di capire il significato di alcune parole (alcuni cani imparano la parola e sentendola sono in grado di prendere l'oggetto corrispondente senza sbagliare, quindi questo presuppone sicuramente un ragionamento).
Altri esempi di pensiero del cane? Il semplice fatto di imparare che devono fare la pipì fuori casa è un ragionamento che fanno (dentro non posso, fuori sì) e via di questo passo con tutte le "acrobazie" che sanno fare i nostri piccoli amici, a volte, francamente, stupendoci.
I cani provano sicuramente sentimenti: l'amore per il padrone, la gelosia (prova tu ad accarezzare un altro cane ignorando il tuo, vedrai come si fa capire!), la voglia di giocare, la tristezza quando vengono lasciati soli, la paura per il temporale, per il veterinario, per una punizione...ti è mai capitato di arrivare a casa e anziché trovare il cane a scodinzolare per salutarti vederlo mogio moggio in un angolo e poi scoprire che aveva combinato qualcosa che non doveva? (senso di colpa: più sentimento umano di così!!)
I cani sognano, sicuramente; te ne accorgi quando, mentre dormono, uggiolano o addirittura abbaiano e tutto questo è confermato da studi scientifici, non è un'opinione. I nostri amici hanno cuore, cervello e anima come noi.

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L'ho letto con piacere e con commozione, perché gli animali che ho e che ho avuto sono per me vere storie...
A presto, non sparire eh


























Cordiali saluti dal sottoscritto



Fa piacere rileggerti qui, Adriano.
Ciao e buona serata.


che sono certa ha lasciato un grande vuoto!






Avevo anch'io fino a due anni fa una gatta e quando è mancata, ha lasciato un immenso vuoto.
La mancanza che rimane è difficile da riempire.


"Il solo posto al mondo in cui si può incontrare un uomo degno di questo nome è lo sguardo di un cane" (Romain Gary)

