RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Thought, Through, Although Il terrore delle superiori, l'ostico inglese che non ne ha mai voluto di entrarmi in mente e lei che ne faceva uno spettacolo.
Pensato, attraverso e sebbene da scrivere correttamente alla lavagna. Il solito Parliament, la regina e le amenità dei libri che mi avevano tormentato per tre anni delle medie e che stavano per concludersi dopo cinque anni di superiori, così almeno credevo, prima di scoprire che c'era anche un esame universitario di lingua. Unico raggio di sole della faticosa esperienza le parole che la Neda volle elargirmi l'ultima lezione dell'anno 1981, poco prima dell'esame di maturità: ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Ti conosco Non era niente se mi perdevo l'ultimo capitolo di quel libro,
nei fili d'erba che sfioravano il mio viso. Labbra bruciate dal sole per cercare di vedere oltre quel passo che non assomigliava a nessuno. Si mischiava la brina al mattino tra la rugiada bagnata e quel vago senso di un pallido grigio che sfiorava l'alba. Non sono che un puntino all'orizzonte e se sto ferma mi nascondo da quel filo d'erba, per sembrare solo un fermo immagine, di un colore che si rinnova al sole, se non si cela l'orizzonte. Parole confuse tra la mente che non cerca neppure di trovare un senso tra i capelli, che sfioravano la mia spalla e nuda veniva investita dal tepore di un alito di vento che correva su quel prato a dicembre; forse è stato. Ricordi lontani di pagine sfiorate con le dita scarne o affusolate si piegavano gentilmente per scorrere senza fretta il capitolo di una vita. Incerta era la notte quando nuda ti vestiva di sogni e di stelle per farti scorgere un passo silenzioso ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Tigre di carta Il colonnello Antonio, presidente del consiglio di Leva, a differenza di quasi tutti gli ufficiali che conobbi durante l’anno del militare, era una persona molto consapevole di non essere colonnello che sulla carta, anzi un giorno me lo disse:
“Vede, noi che siamo qui, siamo militari, ma di fatto civili perché non contiamo niente, siamo delle tigri di carta.” Un paio di cose utili in quei dieci mesi me le insegnò il colonnello. Per esempio, una volta mi fece un ragionamento sul comportamento formale e sul saluto, riferito al fatto che aveva ripreso due sottotenenti medici che non lo avevano salutato. “Vede, io non pretendo che mi si saluti militarmente, per onorare il mio grado, ma che mi si saluti sì. Lo pretendo perché lavoriamo nello stesso ufficio, e poi, all’esterno di qui deve esserci anche la considerazione che si deve.”Una certa formalità, ci vuole.” Infatti, tutte le mattine, quando arrivava, si affacciava lui per primo a salutare tutti. ![]() ![]() ![]()
TINO E LE RAGAZZE DEL BORGO In una calda serata d’estate, mentre la luna illuminava la campagna e l’aria emanava dei soavi profumi, si udiva un mormorio di ragazze, che respirando l’odorosa e pura aria estiva, discorrevano dei loro amori e delle loro speranze, con un tono di spensieratezza e d’allegria.
Ad un tratto, da una casa rischiarata tenuamente, uscì un giovane di nome Tino. Buona sera Tino, gridarono in coro le fanciulle vedendolo avvicinarsi. Il giovane rispose salutando a sua volta tutto il gruppo, con una voce armoniosa avvicinandosi a Pia, mentre le altre ragazze guardavano con occhi rapiti e ammirati. Vogliamo farci una passeggiata lungo il viale ? domandò Tino. Volentieri, è una bella serata e la luna piena ci farà compagnia e illuminerà il nostro percorso, risposero le ragazze. Così tutti si incamminarono per il sentiero semibuio con un tremore mal represso nel cuore. Le gaie fanciulle pensavano certamente ai loro amori, ai loro fidanzati e immaginavano di averli a fianco e di stringerli, b... (continua) ![]() ![]() ![]()
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Tra sogno e realtà Mi piace scrivere, fin da bambina
osservavo il mondo fuori da casa mia e scriverò tutto ciò che mi suscitava emozioni, a volte senza capire neanche ciò che veniva fuori... Tenevo il mio diario in un cassetto, nascosto, perché a nessuno era permesso di leggere la mie impressioni, custodivo gelosamente tutto quanto. Così è stato fino a poco tempo fa. Scrivevo dei miei sogni, delle angoscie e delle mie gioie, raccontando a me stessa cio che infondo non sapevo e non era chiaro alla mia mente. Attraverso la scrittura, fioriva quella parte di me che per paura nascondevo timidamente. ![]() ![]() ![]()
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