RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Akenafis e Sut antica tragedia d'amore

Rapito dall'amore per la bellissima Sut (Sacerdotessa del Tempio di Sefor) Akenafis s'abbandona nella perdizione per lei.
Irraggiungibile come una Dea per lui diviene ossessione d'amore.
Nessuno, nemmeno il gran sacerdote del tempio, può sfiorare la purezza di Sut.
La perdizione eterna nel mondo dei non morti attende chi oserà violare questa sacralità.
La vicinanza con questo tormento diviene sempre più insopportabile per Akenafis che affida allo scrittura la sua violenta passione.

L'occhio dal cielo.

Scruta l'occhio dal cielo i segreti degli amanti e d'essi accoglie i lamenti nelle notti gelide dei deserti.
Scruta in silenzio Akenafis che legge le parole sacre.
Pulsa il cuore.
Muore la mente nella pazzia.
Arde la pelle nel non toccare, si scioglie come miele,
colando lentamente dalle pareti dell'amore.
A nulla servono i poteri,
a nulla serve il nulla che distrugge il sacerdote.
Ti avrò Sut,
sarai mia nella casa delle intenzioni,
nella valle dei lussuriosi,
nei sot... (continua)


Jean Charles G. 28/03/2022 - 13:46
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Notte senza tempo

Ore senza tempo e tempo senza ore nelle anfore segrete dei ricordi volavano trasportate dal bizzoso Eolo che con l’ausilio dei suoi venti raccontava storie ed emozioni.
Esse si rincorrevano sui fili sottili dei pensieri e delle immaginazioni arrivando a rasentare il reale per sconfinare nell’irrealtà di mondi immaginifici.
Gli orologi erano divenuti sostanze appese alle caverne del mai e un popolo di giganti li usava come segnali per convertire le ragioni in illusioni.
Potrà mai la forza della poesia superare le barriere e mischiarsi nei racconti tanto cari ai quattro venti che d’ogni vita son padroni...

«Se dovessi rincorre la solitudine d'una luce accesa,
spegnerei quella clessidra di vetro,
da troppo tempo logorata dalla polvere d'una stella cadente».

Se avessi la forza di graffiare le infinite trame tessute
dalla tristezza scolpirei sulla sabbia i tuoi occhi di cristallo.

Se la malinconia d'un vascello in fuga verso l'orizzonte,
ascoltasse i nostri lamenti,
costrui... (continua)


Jean Charles G. 05/04/2022 - 13:34
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In Lete vo sognando

In Lete vo sognando

Tacere in core mira
alla glabra sorte
di gaudiose file priva
allor che dell’averno
nemmeno sibilla sa dire.

Se antro divinatorio
del domani aduso
non manifesta guardo,
ecco che notte rimira sé
come gelida acqua
in catino appen sorto
e domande chiedono all’intelletto
che grazia avere non puote
se non nell’imago fissa
c’or manto scuro mostra.

Chieder puote colui che non è?
O di cagione fatta
declinare mesta ragione?

In tal guisa m’apprestai io
pel discendere meco tristizia
a preferir verbo
che in simil passo avanza.
E passo avanzai tosto intingendo piedi
in quello che Lete chiamano
che in vero oblio tace mente
e mente oblia
in folle e insana stupidigia.

E fui tal immerso
che invero discese fatal Oniro
e in sue evanescenti braccia
me condusse per luoghi
che dolore curavano
e mai pensier mio
avria potuto costruire.

Presi a bastone
per lo proseguire
tenero fuscello di larice,
giovin di linfa e scevro di venti
non an... (continua)


Jean Charles G. 16/05/2023 - 13:27
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A spasso col fumetto

Scuro, matita nera sul foglio che non sa cosa disegnare... ed ero prigioniero di me stesso, vagavo nei campi deserti dei fiori morti, quelli che li disegni come ti pare.
Cercavo il tuo sguardo, mentre un gelo arido ricopriva ogni singolo lembo di pelle.
Non esisteva l'esistenza, ognuno nella terra poteva vedere le vene aperte e scorrere il proprio sangue verso l'ignoto orizzonte del corpo umano.
Dal fango spuntavano mani in rivolte al cielo e tornando indietro alla sguardo ognuno ci può stampare il proprio foglio sopra e va bene che a tirarti la lingua non diresti mai di chi sono quegli occhi.
Nenie di sciacalli e cani accompagnavano i passi confusi, bevevo acqua dalle radici dei cactus, ma non basta a placare l'ira dei rimpianti, pensavo d'essere un fumetto, avrei superato quel posto d'inferno grazie al mio autore.

«Ehi, non vedi che sto morendo, per favore disegnami una pozza d'acqua buona, dai sbrigati!»
La marcia continuava ma quel cazzo di scrittore si divertiva a disegnar... (continua)


Jean Charles G. 09/07/2022 - 17:01
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Dighe e panchine

La strada lasciava intravedere la banchina del porto, in una giornata plumbea e fredda, il vento accarezzava la pelle rendendola rigida e rossastra mentre le figure umane apparivano e scomparivano con l'alternarsi delle onde che andavano a infrangersi sulla diga, costruita a protezione dell'insenatura.
L'inganno era chiaro solo per l'occhio e una via, passando sopra la costruzione, portava al vecchio castello aragonese.
Osservando da lontano il mare si aveva l'impressione che tutto fosse al di sotto delle sue spume biancastre, io poi ho sempre avuto uno strano timore quando camminavo su quella strada costruita in tal posizione...
Eppure ero lì quando il tempo chiamava, tempesta e vento il mio soprannome interiore.
Di fronte alla diga, dal lato opposto, un piccolo bosco con un parco giochi ospitava i sogni dei bambini.
Dipingevo questa tela nelle notti insonni e i ricordi scuotevano l'animo rendendolo inquieto come una bufera infernale, il volo si infrangeva poi nell'immaginare il ... (continua)

Jean Charles G. 26/04/2022 - 12:13
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