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Androgino - 10 Dicembre 2013

10 Dicembre 2013
Marmellata d'arance.


«Ti odio.» La ragazza volta la testa di lato e punta il mento verso l'alto, chiudendo gli occhi e sbuffando contrariata. Non sopporta quando Hayden fa il saccente. O meglio, non lo sopporta quando non solo si comporta da tale, ma le sue affermazioni si rivelano anche giuste. Sì, perché tra di loro c'è un'eterna gara a chi ne sa di più. Si confrontano su qualsiasi cosa: geografia, storia antica, letteratura, filosofia. Ognuno ha i propri punti di forza ed ovviamente anche i propri «talloni di Achille» e - guarda un po' tu il caso - quelli di uno sono gli opposti di quello dell'altro. Anche in questo si compensano.
«Tranquilla, io di più.» Sorride, il ragazzo, schiacciandole delicatamente le labbra sulla guancia rosea. «Sai, oggi stavo leggendo il manuale di inglese e mi sono imbattuto in una poesia di Worsworth.» Continua, tentando forse di distrarla e di portarla nel mezzo di una nuova discussione. «E be'?» Luna lo fissa aspettando una risposta per poi spallarsi sul petto di lui, seccata. «E quindi ho pensato a quanto io sia figo nel pronunciarlo!» Lei arcua un sopracciglio, lanciandogli uno degli sguardi più torvi che possa riuscire a fare. «Idiota.» In fondo se lo sarebbe dovuto aspettare. Non avrebbe cercato di migliorare il suo umore anzi, al contrario, avrebbe cercato di infastidirla ancora maggiormente. Non sa perché ma Hayden adora quando lei si infuria. Diventa più acida e, dal suo strano punto di vista, anche più sexy e buffa.
Una grassa risata echeggia nell'aria. «Non c'è niente di divertente.» Ribatte, stizzita, incrociando le braccia sul petto. «Musona.» Lui le strizza le guance, facendo così che le labbra si arcuino a cuoricino. Sospira, osservandola. Le sfiora il naso con il suo, fissando i suoi occhi azzurri. I loro respiri si incrociano, le loro labbra si toccano. Dapprima teneramente per poi essere sempre più spinti e passionali. La mano di lui le accarezza la nuca per poi arrivare al braccio. Le tira su un lembo di coperta cosicché non prenda troppo freddo. Ed eccoli, ora, gli uni nelle braccia dell'altro, accoccolati su una morbida poltroncina. Leggeri fiocchi di neve si posano sul terreno al di là della finestra. Lui le scosta una ciocca di capelli dal viso e ne accarezza i lineamenti. «Sei bellissima.»




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Racconto scritto il 05/05/2015 - 12:31
Da Federica Petruzzellis
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